Ha quindici anni, la legge 38 del 15 marzo 2010 “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore” e li dimostra tutti. Le norme per dare sollievo ai malati gravi hanno bisogno di una nuova marcia, che il 25 settembre ha trovato una concreta possibilità di essere inserita per garantire la completa e uniforme applicazione al testo. Con tali disposizioni, si stabiliscono le modalità per un modello di assistenza volto ad attenuare il dolore a quanti non trovino sollievo attraverso le ordinarie terapie farmacologiche. L’applicazione però non è uniforme, persistono situazioni di disomogeneità, specie nelle regioni del sud Italia. Per questo il 12 marzo scorso, nella XII commissione Affari sociali della Camera è stata presentata e discussa una risoluzione, che “impegna il governo e le regioni a garantire piena attuazione alla legge 38 del 2010”, finalmente approvata il 25 settembre in seno alla Commissione Affari sociali e sanità della Camera. “Con  la risoluzione si chiede la possibilità che ogni cittadino riceva cure palliative costruendo una rete di assistenza che dovrebbe partire dagli ospedali per estendersi al territorio con assistenza domiciliare ed hospice”, spiega il vicepresidente della Commissione Luciano Ciocchetti, firmatario dell’atto parlamentare. L’auspicio è non soltanto quello di promuovere una diversa organizzazione dell’assistenza, che metta al centro la persona e il diritto di non soffrire ma si sollecita la costruzione di una rete di cure che dovrebbe partire dagli ospedali per estendersi al territorio, al domicilio del paziente e negli hospice. “In particolare, si impegna il Governo a favorire l’integrazione e la sinergia con i servizi di terapia del dolore – continua Ciocchetti – a potenziare l’integrazione dei percorsi formativi universitari, nel rispetto dell’autonomia degli atenei, a promuovere nelle regioni, iniziative per facilitare la collaborazione tra équipe di cure palliative e reparti specialistici ospedalieri”. Una sterzata perché la legge riceva piena attuazione in tutte le sue parti, incluso il monitoraggio sulla sua attuazione da presentare periodicamente in Parlamento e “una garanzia sul rispetto del diritto a ricevere cure palliative appropriate in tutte le fasi della malattia”, precisa il vicepresidente. Ora la parola passa alle regioni e, soprattutto, alla possibilità che vengano stanziate adeguate risorse per garantire tale diritto, mettendo al centro la persona e il suo diritto di non soffrire. (Nella foto: Luciano Ciocchetti)

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