“Il Green pass non difende la salute ma l’economia”

Non si placano le polemiche sull’uso del passaporto sanitario verde, rinfocolate dalle manifestazioni che in tutta Italia – e non solo – hanno dimostrato che non esiste soltanto un popolo anti vaccino ma è presente, fra l’opinione pubblica, una larga parte di cittadini che si ribellano a diktat paternalistici. Tra le numerose e ridondanti opinioni espresse, quella di un esimio giurista, a nostro avviso, va tenuta in estrema considerazione perché le questioni poste riflettono aspetti che in pochi hanno preso in esame ma che appaiono dominanti nel testo nel decreto che istituisce il green pass. Ė il vice presidente emerito della Corte Costituzionale Paolo Maddalena, promotore della associazione “Attuare la Costituzione”, a esprimersi in proposito, con argomentazioni inoppugnabili.  “Il governo ha sì il potere di limitare le libertà dei cittadini per tutelare la salute – scrive in un post su Facebook – ma il Green Pass, al contrario, è un difetto di tutela perché non risponde a quanto indicato dal Comitato tecnico scientifico”. E argomenta, il giurista, riferendosi alla concezione neoliberista propugnata dal governo Draghi, per cui “l’economia vale più della salute”. Il presidente precisa così: “Ė indiscutibile che il governo abbia il potere di limitare le libertà dei cittadini in vista della tutela della salute, che è interesse fondamentale e assoluto nei confronti degli altri diritti fondamentali, beninteso, dopo che gli scienziati si siano espressi sulla sicurezza delle limitazioni”. E precisa che a tale assunto non potrebbero in teoria opporsi obiezioni. “Sul piano pratico – precisa ancora Maddalena – il governo ha operato in difformità di quanto finora è stato suggerito dal Comitato tecnico scientifico, dando l’impressione di eccedere a favore del principio della libertà economica, rispetto al principio fondamentale e assoluto della tutela della salute”. Ed elenca gli aspetti salienti delle decisioni dell’esecutivo: “Il pass viene concesso secondo criteri che finora il Comitato tecnico scientifico ha ritenuto poco efficaci nei confronti dei contagi, ovvero dopo la prima dose di vaccino, il che non assicura immunità né certezza di non contagiare; per non parlare dei guariti da non più di sei mesi: molti invece sono i contagi provocati anche prima di questa scadenza. La carta, viene rilasciata inoltre a chi abbia effettuato tampone molecolare ma anche rapido entro le 48 ore precedenti all’evento a cui partecipare, ben sapendo che il rapido non dà la sicurezza di immunità certa. Considerando poi che tali condizioni non coprono la durata di nove mesi posti come lasso di tempo di efficacia del green pass, emerge chiaramente come il governo questa volta sia censurabile non per eccesso ma per difetto di tutela della salute, tutto ciò a favore della libertà economica”. Non è facile asserire il contrario, viste le contraddizioni contenute nel provvedimento dell’esecutivo, inevitabili quando si debbono prendere decisioni tanto complesse che riguardano la generalità della popolazione. Ma non ci si venga a dire che il passaporto sanitario – verde per convenzione e moda “green” tanto per rassicurare – sia posto a tutela della salute e della libertà, valori che debbono essere difesi, sempre per dirla con il giurista, nella corretta interpretazione e applicazione degli articoli della Costituzione. Per saperne di più: https://www.facebook.com/maddalenapaolo/posts/401559767997031   

(Nella foto: Paolo Maddalena)

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