Isola Tiberina: l’ospedale dei bimbi resta alla città

“Ė l’isola più piccola al mondo ma ha la più alta densità abitativa”. La battuta è del direttore del reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Fatebenefratelli di Roma, Antonio Ragusa, che sul quotidiano “Leggo” commenta il record di nascite registrato nell’ultimo fine settimana, nel nosocomio che ha una grande tradizione nella assistenza al parto. Sono state 36 in appena 30 ore le neomamme, un evento eccezionale in una struttura che comunque ha il primato dei parti: 3200 l’anno. Lo stesso ospedale, da diversi mesi è oggetto di interesse da parte dell’importante gruppo milanese della sanità privata, il San Donato della famiglia Rotelli, proprietario fra gli altri del San Raffaele di cui è presidente l’ex ministro Angelino Alfano. Questo parto però non è ancora arrivato a termine e sembra che il travaglio sia piuttosto doloroso. Da ultimo, l’appello di Papa Francesco all’Angelus di domenica scorsa. Il Pontefice, oltre ad esprimere apprezzamento per le cure ricevute al Gemelli per l’intervento al colon, ha rivolto un monito a tutti coloro che mettono l’economia al primo posto rispetto alla salute. Nella Chiesa, secondo Bergoglio “succede a volte che qualche istituzione sanitaria, per una non buona gestione, non vada bene economicamente. Il primo pensiero è venderla. Ma la tua vocazione Chiesa – ha intimato il Papa – non è avere quattrini ma fare il servizio: salvare l’istituzione gratuita”. Parole semplici, dirette e molto eloquenti che forse hanno scritto la parola definitiva sulla trattativa, che a fine aprile sembrava giunta al traguardo, con una offerta da parte dei Rotelli di 200 milioni. Una condizione, quella del nosocomio sul Tevere di difficoltà finanziarie che si protraeva da tempo e a cui Bergoglio – più che attraverso una alienazione – vuole porre fine con la razionalizzazione nella gestione, che investa tutte le strutture della sanità religiosa, che rappresenta comunque una valida offerta per tutta la cittadinanza.

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