Il Papa: “sanità, sia un servizio pubblico e gratuito”

“In questi giorni di ricovero in ospedale, ho sperimentato quanto sia importante un buon servizio sanitario, accessibile a tutti, come c’è in Italia e in altri Paesi. Un sistema sanitario gratuito che assicuri un buon servizio accessibile a tutti. Non bisogna perdere questo bene prezioso. Bisogna mantenerlo”. Un appello, quello pronunciato nell’Angelus di domenica da Papa Francesco, che non è passato inosservato. Se alla collettività, il discorso può apparire come il giusto riconoscimento tributato al Gemelli per l’assistenza ricevuta, nel corso del ricovero per l’intervento al colon, a coloro che di sanità si occupano da anni le parole di Bergoglio suonano come un ammonimento, diretto a chi delle strutture pubbliche o della sanità religiosa aperta a tutti sta facendo poltiglia. Guarda caso sul Messaggero e Avvenire di oggi, 13 luglio, sono apparsi articoli volti a promuovere, rispettivamente, la riapertura del pronto soccorso del Campus Biomedico di Trigoria, nella periferia sud di Roma e le buone prestazioni del Policlinico Gemelli a Roma Nord, che ha ottenuto un riconoscimento della Joint Commission International. La parte del leone la fa Repubblica, che in un altro articolo in pari data, ipotizza un possibile stop alla vendita in corso del Fatebenefratelli sull’Isola Tiberina, grazie alle parole di Papa Francesco. Alta diplomazia vaticana racchiusa in un appello e movimenti Oltretevere che provocherebbero grandi scossoni nella sanità. Da altre autorevoli fonti, apprendiamo che in Molise ci sarebbero trattative per vendere il locale Policlinico Gemelli, tanto che sarebbe sceso in campo, per contrastare tale operazione il segretario nazionale del sindacato Ugl Gianluca Giuliano. “La cessione della struttura di Campobasso a un soggetto privato sembra ormai avviata” scrive Giuliano in una nota. “Le manifestazioni di interesse di importanti gruppi della sanità privata italiana sono già arrivate alla Fondazione Policlinico Gemelli di Roma e quindi si dovrebbe procedere alla cessione di un polo fondamentale per i servizi che offre e per la sua collocazione geografica territoriale”, informa la nota sindacale. Resa su tutta la linea della spedalità religiosa? Forse. Di fatto, per intervenire in modo tanto deciso, il Pontefice buone ragioni deve averne, soprattutto quando ammonisce quelle istituzioni sanitarie in crisi economica. “La tua vocazione, Chiesa, non è avere quattrini ma fare il servizio, salvando l’istituzione gratuita”. Parole semplici e dirette, indirizzate alle alte gerarchie religiose di cui dovrebbero far tesoro tanti amministratori della sanità pubblica.

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