Sicurezza sanitaria: ambulanze private k.o.

Sono preoccupanti i risultati di una complessa operazione dei Nas volta a garantire la sicurezza sanitaria durante il periodo pandemico. Oggetto di serrati controlli le ambulanze di società private o di volontariato, effettuati in tutta Italia che, da Nord a Sud hanno fatto riscontrare irregolarità, sul piano sanitario e amministrativo di oltre il 12% dei veicoli. Su 1.297 autolettighe sono 160 quelle sanzionate, con picchi in numerose città siciliane, quali Catania, Palermo, Messina, Alcamo, Ragusa e Caltagirone. Ma non sono estranee alle irregolarità città del Nord e del Centro: Milano, Udine, Alessandria, Pescara. Al primo posto tra gli elementi non conformi, la scadenza degli estintori, dei medicinali, delle bombole di ossigeno, dei presidi sanitari. Poi la mancanza di autorizzazioni sanitarie e il chilometraggio di molto superiore ai limiti stabiliti. In particolare, sono state contestate 52 violazioni penali e 113 amministrative in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, mancanza di idonee procedure di pulizia e sanificazione dei mezzi sanitari, presenza di parti arrugginite e incrostate, impiego di mezzi privi di autorizzazioni e requisiti per svolgere adeguatamente il trasporto di malati. 29 violazioni sono riconducibili alla mancata adozione dei sistemi di prevenzione incendi e di revisione degli estintori, mentre ulteriori 20 riguardano la detenzione, a bordo dei mezzi o come scorte di magazzino, di farmaci, bombole di ossigeno e dispositivi medici scaduti di validità. Nel corso dei controlli sono state infatti sequestrate 154 confezioni di farmaci, tra antidolorifici e anestetici, e 38 bombole di ossigeno medicinale tutti scaduti di validità; medesima motivazione ha determinato il vincolo di 464 dispositivi medici (ago-cannule, maschere per anestesia e per ossigeno, sondini e deflussori), altrettanto importanti per un immediato primo soccorso o trattamento sul mezzo di pazienti bisognosi. Altro punto di criticità, la mancanza di adeguata formazione del personale di soccorso e perfino la mancata vaccinazione anti Covid di un autista e un’infermiera. I casi riscontrati di gravi carenze igienico-sanitarie e di impiego di mezzi non idonei alle attività, hanno determinato il fermo di 9 ambulanze di privati convenzionati con aziende sanitarie e ospedaliere pubbliche, per un valore pari a 500 mila euro. E anche Roma ha fatto la sua parte, insieme alle strutture provinciali. Nella Capitale i controlli si sono concentrati nei pressi del policlinico Gemelli, con il fermo amministrativo di una vettura operante come ambulanza ma immatricolata per uso diverso. Un altro autista è stato sanzionato per uso improprio dei lampeggianti e delle corsie preferenziali mentre altri 4 mezzi avevano estintori con data di scadenza al 2018 e 3 presentavano parti rugginose e deteriorate nel vano sanitario. Sorgono spontanei gli interrogativi relativi alle gare di appalto, con cui si conferiscono le autorizzazioni all’attività di emergenza-urgenza di ausilio al 118, soprattutto per quanto attiene ai periodici controlli e verifiche che la parte pubblica dovrebbe garantire, a tutela della salute e incolumità dei dipendenti e dei cittadini.  

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