Mattia: Odg regionale contro la “fame d’amore”

Un ordine del giorno non basta. La lotta ai disturbi del comportamento alimentare ha bisogno di una attenzione costante. Per questo il 15 marzo, giornata dedicata in tutta Italia a questo tema, la Regione Lazio ha aderito all’iniziativa, dando il giusto risalto al problema attraverso l’immagine, illuminando la propria sede con i toni del viola, colore assunto a simbolo della “Giornata nazionale conto i disturbi del comportamento alimentare”, per sottolineare l’impegno delle istituzioni su tale tema che non ammette deroghe. In prima fila nella battaglia la presidente della IX commissione Pari opportunità e politiche giovanili del Consiglio regionale del Lazio Eleonora Mattia, che in sede di esame della legge di stabilità il 20 gennaio scorso, ha fatto approvare un ordine del giorno a sua firma, per il potenziamento della rete integrata dei servizi e degli interventi di presa in carico sanitaria e di cura dei disturbi del comportamento alimentare.  “Si tratta di assicurare in ogni Asl la presenza essenziale di professionisti con specifiche competenze specialistiche – spiega l’esponente del Pd – e di individuare locali dedicati separati dai centri di Salute mentale, al fine di evitare lo stigma che colpisce persone affette dal disturbo del comportamento alimentare (Dca). Sto seguendo con attenzione tutti gli sviluppi successivi all’approvazione dell’odg per arrivare quanto prima ad ottenere risultati concreti su tutto il territorio del Lazio”. Causa il confinamento e le restrizioni imposte dalla pandemia, i Dca hanno registrato un aumento del 30%. Anoressia e bulimia nervose, fame emotiva e altri squilibri nel rapporto con il cibo riguardano più di 2 milioni e mezzo di adolescenti, la fascia di età più colpita e soltanto il 10% di questi riesce a chiedere aiuto, in prevalenza dopo tre anni dalla comparsa dei primi sintomi, spesso tardi per porre rimedio. Se nella maggior parte dei casi sono giovani, giovanissimi e donne di ogni età a soffrire della cosiddetta “fame d’amore”, negli ultimi mesi il fenomeno ha colpito duramente anche i soggetti di sesso maschile con un aumento nei pronto soccorso di quattro volte rispetto al passato. “Con tali iniziative – conclude Mattia – vogliamo dare un segnale forte ai pazienti e alle loro famiglie per garantire la giusta attenzione, diagnosi precoci e adeguata presa in carico, sostenuti da tutte le associazioni che ci accompagnano in questo percorso per garantire il benessere psico-fisico a 360 gradi come parte integrante del diritto alla salute”.

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