CONSIGLIO REGIONALE STRAORDINARIO: “DALLO STATO UN MILIARDO IN PIU’ DI FONDO SANITARIO” – 2^ parte

Una seduta fiume, quella del 4 febbraio per il Consiglio straordinario sulla sanità. Alle parole dell’assessore D’Amato, hanno replicato 14 consiglieri, per primo Antonello Aurigemma – dal 31 gennaio del gruppo di Fratelli d’Italia – che ha insistito sulla “necessità, prima di costruire nuovi ospedali, di far funzionare le strutture esistenti”. A lui si è allineato il collega di partito Massimiliano Maselli che ha ricordato “la torre 8 del policlinico Tor Vergata che ha sette piani ancora non utilizzati”. Entrambi i rappresentanti dell’opposizione hanno rammentato i drastici tagli alle strutture sanitarie, sia in termini di posti letto per cui, secondo Maselli “si è forzata un po’ la mano chiudendone più di quelli stabiliti”, sia per quanto attiene al personale con il blocco del turn over. Altra nota dolente per Aurigemma la mobilità passiva che alimenta la migrazione dei cittadini in altre regioni per interventi programmati, per cui “nel Lazio si attendono più di 365 giorni” e ci costa 500 milioni l’anno, comprensivi dei finanziamenti a Istituti di cura e ricerca come il Bambino Gesù e lo Spallanzani. Alla positiva notizia del bilancio in utile, molti consiglieri hanno opposto il mantenimento della tassazione più alta d’Italia, con l’Irpef al 3,33 per cento che la regione non investe in sanità ma ha destinato al trasporto pubblico e a coprire il pagamento di mutui contratti in passato. Del collasso degli ospedali e il deserto di servizi dei territori provinciali ha parlato Giuseppe Simeone di Forza Italia mentre Chiara Colosimo di Fratelli d’Italia ha ricordato che “gli ospedali San Camillo, San Giovanni e Umberto I sono sorvegliati speciali” perché avrebbero accumulato un notevole deficit. Altre criticità indicate dalla consigliera riguardano l’assistenza domiciliare integrata – che aveva subito un drastico taglio su cui la regione sembra aver fatto marcia indietro, ndr – e l’assistenza ai disabili gravi del Centro romano di educazione motoria di via Ramazzini, anche questa drasticamente ridotta. Contro le liste di attesa si è espresso Paolo Ciani, consigliere di Centro solidale, sostenendo che con le visite a pagamento in intramoenia si genera “l’universalismo selettivo” e ha invocato il “ritorno all’equità nel sistema sanitario regionale”. Al miglioramento dei risultati, certificato dall’aumento degli indici dei livelli essenziali di assistenza – i Lea saliti da 152 a 190 – i consiglieri di opposizione hanno rammentato che questo sarebbe stato facilitato da un aumento del Fondo sanitario nazionale pari a un miliardo.

BARILLARI M5S: “NEL BILANCIO TENDENZIALE AUMENTANO I COSTI DI 325 MLN, DI CUI 246 AI PRIVATI”     

 

Una critica al percorso che ha portato al parere positivo sull’uscita dal commissariamento, è stata espressa dal portavoce del Movimento 5 stelle Davide Barillari, che ha lamentato la “poca trasparenza relativa all’esame dei documenti da parte dei tecnici”. Il pentastellato si è poi soffermato sulle spese per le prestazioni private, che ammonterebbero a 246 milioni nel triennio 2019-2021 tra i 325 milioni di incremento previsti. Quanto ai nuovi ospedali, Barillari ha stigmatizzato le spese eccessive ricordando “gli ospedali chiusi e quelli depotenziati” e citando il Fondo di dotazione negativo – cifra legata a una modifica delle regole contabili – corrispondente a quasi un miliardo da sanare entro il 2032 togliendo dalle casse regionali 90 milioni l’anno. Daniele Giannini della Lega ha lamentato l’assenza alla seduta del presidente Zingaretti “su una tematica importante come l’uscita dal commissariamento, più volte da lui annunciata” e ha chiarito come tale procedura non implichi in ogni caso la fine del Piano di rientro. In sintesi: il Consiglio può tornare a legiferare ma le casse regionali non possono investire, obbligate a colmare i debiti pregressi. Come i colleghi intervenuti, Giannini ha posto l’accento sulle maggiori criticità: “l’Irpef elevata, i posti letto diminuiti del 30 per cento, le sbandierate 5.000 nuove assunzioni che in maggioranza sono solo stabilizzazioni di precari”. E ancora, “il successo dei Lea che comunque vede il Lazio con performances superiori soltanto a quelle delle regioni meridionali”. L’esponente della Lega si è soffermato poi sui poco confortanti dati dei servizi psichiatrici, sulle Case della salute che sarebbero “meno della metà di quelle promesse”. Di seguito l’intervento del collega di partito Pasquale Ciacciarelli che ha criticato le spese per i fitti passivi impiegati dalla Asl di Frosinone quando ci sarebbero “strutture dismesse ferme pronte a essere utilizzate, come un’ala dell’ospedale di Cassino”. Il consigliere ha invocato “un Piano Marshall di grande emergenza per la sanità del Lazio”, una sanità per cui la strada in apparenza sembra in discesa con il tributo maggiore pagato dai cittadini, in termini di prestazioni e dagli operatori, in riferimento ai sacrifici sopportati quotidianamente.   

 

 

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