Protesta dei centri di prenotazione. Sportelli a singhiozzo nelle Asl

Lunedì 3 settembre, i lavoratori Cup sono scesi in piazza e hanno manifestato davanti alla Regione Lazio per un rinnovo di contratto che reputano “irricevibile”. Gli operatori delle Asl Roma 2 (Eur Casilino), Roma 3 (Gianicolense e litorale), Roma 5 (Tivoli e provincia) e della Asl di Viterbo, che prenotano le prestazioni sanitarie e trattano le pratiche amministrative della medicina di base, contestano le nuove società che si sono aggiudicate l’appalto regionale – la GPI di Trento e la SDS di Taranto – subentrate alla precedente (Nta) e le condizioni sfavorevoli che, a loro avviso, peggiorerebbero lo status professionale ed economico. Un salario decurtato di 200 euro al mese, flessibilità negli orari e nella sede di lavoro, obbligo di fedeltà ed esclusività di rapporto.Non c’è dubbio che il malumore cresca di minuto in minuto.

“Dalla magra retribuzione, che oscilla tra i 600 e i 700 euro mensili lordi per 20 ore settimanali – sostengono all’unisono gli operatori – resterebbe ben poco per la sussistenza, considerato anche il vincolo di esclusività e questo non ce lo possiamo proprio permettere”. Vanno avanti intanto le trattative tra l’assessorato alla Sanità regionale e le sigle sindacali di settore. Con l’istituzione di un tavolo tecnico, si dovrebbe arrivare entro 10 giorni a un accordo con cui la Regione vorrebbe comunque mantenere uguali livelli salariali e la garanzia dell’occupazione per tutti. Una urgente e scottante vertenza per il presidente Nicola Zingaretti, alle prese con una sanità sempre più indebitata e sempre meno organizzata.

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