Presentati gli esiti di cura per quattro tipi di intervento. In futuro giudizio sui primari

SoTrasmissione televisiva Ballaro'ddisfazione del presidente Zingaretti, per i risultati forniti dall’analisi del Dipartimento di Epidemiologia della Asl Roma E, secondo il cosiddetto sistema P.re.Val.e (Programma regionale valutazione esiti). “I dati che emergono ci confortano – ha esordito il presidente nella conferenza stampa del 10 ottobre – grazie a questo primo anno di lavoro in Regione, gli ospedali del Lazio curano meglio e con maggiore tempestività. La pubblicazione massiva dei dati – spese Asl, liste di attesa, esiti – a partire dal 1° gennaio 2015 sul Portale ‘Open Data’ della Regione Lazio permetterà ai cittadini di diventare sempre più protagonisti” ha assicurato Zingaretti, secondo cui sarà possibile verificare direttamente la qualità delle strutture sanitarie e ospedaliere e selezionarle sulla base dei servizi resi. “A questo scopo – ha ancora precisato – sarà molto importante offrire dati comprensibili dalla generalità degli interessati: ci stiamo preparando affinché il giudizio finale sulle strutture sia espresso direttamente dai pazienti. Non solo le capacità organizzative delle Asl e il rendimento dei direttori generali saranno valutati. In futuro, dovremo essere in grado di monitorare il funzionamento delle singole unità operative e, di conseguenza, l’operato dei singoli primari. A fronte di un miglioramento generale dell’offerta di qualità in ambito sanitario – quale emerge dai dati odierni – dobbiamo poi verificare se l’uso, l’accesso e la qualità dei reparti siano eguali per tutti i cittadini. Non possiamo più tollerare l’estrema variabilità delle prestazioni che esiste oggi tra reparto e reparto e la conseguente differenza di trattamento tra i pazienti a seconda della struttura che li tratta”. Giudizio critico per i piccoli reparti: “In medicina la quantità fa la qualità – sostiene Zingaretti – no alla dispersione di prestazioni tra piccoli ospedali o frammentazione in piccoli reparti di grandi ospedali. Col tempo, bisognerà chiudere strutture o reparti inutili, spesso tenuti in vita solo per garantire primari e lavoratori”.

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