Asl Roma F: “Più territorio, meno campanili”

ASL RMF_0È stata ricca di argomenti la conferenza dei sindaci dei comuni compresi nel territorio della Asl Roma F. Un’area vastissima, compresa tra il mare, con due laghi, un bacino di utenza di oltre 300 mila cittadini, più i vacanzieri della stagione estiva e tanti problemi, derivati in gran parte dagli ultimi decreti commissariali della Regione Lazio – a partire da quello del 2010 targato Polverini che porta il numero 80 – che ha decimato i servizi aziendali e ha previsto la chiusura dell’ospedale di Bracciano. Al centro del dibattito la difesa dell’ospedale, che si è concretizzata nella proposta del sindaco della città lacustre Giuliano Sala, che lancia l’idea di un polo ospedaliero integrato, Bracciano appunto, con 58 posti letto dell’ospedale Padre Pio che così riprenderebbe vita, e l’ospedale San Paolo di Civitavecchia con 192 letti. In tutto 250 posti per arrivare all’indice di 0,9 ogni mille abitanti, molto al di sotto di quel 3,3 previsto dagli standard regionali ma base da cui ripartire per un rilancio che sarà sottoposto all’esame degli uffici regionali. Secondo i sindaci, riuniti nella sala consiliare del comune di Civitavecchia, si deve ripartire dal potenziamento del territorio, tema caro anche al commissario straordinario della Asl Giuseppe Quintavalle che parla di “più territorio razionalizzando le risorse ora parcellizzate in vari comuni”. “Fare di più spendendo di meno” ha sussurrato qualche primo cittadino, evidenziando le difficoltà derivanti dai tagli dovuti al piano di rientro e alla spending review, dalla precedente suddivisione in macroaree che non ha portato nulla di buono a Civitavecchia e dintorni. Nota dolente è il distretto 4, quello dell’entroterra, con una messe di centri importanti ma pesantemente privi di servizi: Campagnano di Roma, Capena, Castelnuovo di Porto, Civitella San Paolo, Fiano Romano, Filacciano, Formello, Magliano Romano, Mazzano Romano, Morlupo, Nazzano, Ponzano Romano, Riano, Rignano Flaminio, Sacrofano, Sant’Oreste, Torrita Tiberina. Da qui si deve ripartire, proponendo una casa della salute, magari a Sant’Oreste, con locali pubblici disponibili senza costi aggiuntivi. In molti hanno chiesto di definire il modello di sanità territoriale più idoneo alle esigenze locali, qualcuno ha ribadito la necessità di non depotenziare la medicina veterinaria, importante per l’economia del territorio. Come fondamentale è il coinvolgimento dei medici di famiglia in questa ricomposizione che dovrà comunque tener conto dei bisogni della popolazione. Prossima tappa, la valorizzazione del patrimonio, con l’utilizzo di locali pubblici, la riduzione dei canoni di affitto a privati, la realizzazione del project financing entro la fine dell’anno per una reale razionalizzazione.

 

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