San Camillo: “Ci stanno a cuore i neonati”

È finito così, in un cassonetto dell’ospedale. Un bimbo rifiutato dalla giovane mamma. Sarà l’autopsia a chiarire se era già morto al momento del parto o se la 25enne romana, che lo ha partorito in segreto, si sia disfatta di una vita appena sbocciata. L’ennesimo dramma della solitudine e della mancata conoscenza di norme e diritti. Una tragedia consumata a fine febbraio nell’ospedale che, a pochi metri dal reparto maternità, ha lo sportello Salvamamme e Salvabebè, associazione nata per prevenire vicende come questa. Il parto in anonimato è garantito da tempo ma, tranne qualche annuncio radiofonico, le campagne di comunicazione istituzionale su tale tematica sono inesistenti. Ė un decreto del presidente della Repubblica, il 396 del 2000 “Regolamento per la revisione e la semplificazione dell’ordinamento dello stato civile”, a disciplinare tutte le modalità relative al riconoscimento ed iscrizione dei neonati negli appositi registri. L’articolo 30 “Dichiarazione di nascita” prevede, al riguardo: La dichiarazione di nascita è resa da uno dei genitori, da un procuratore speciale, ovvero dal medico o dalla ostetrica o da altra persona che ha assistito al parto, rispettando l’eventuale volontà della madre di non essere nominata. La legge prevede specifici interventi a tutela della madre naturale e del neonato e attiva le procedure necessarie a garantire tale tutela anche sul piano giuridico. Gli operatori sanitari, socio-assistenziali a amministrativi, come dispone la legge, sono tenuti a interagire con tutte le istituzioni operanti in tal senso. Per il neonato non riconosciuto si apre immediatamente, dopo segnalazione alla procura della Repubblica, il procedimento di adottabilità e l’individuazione di una idonea coppia adottante che garantisca lo status di figlio legittimo, con omissione degli elementi identificativi della madre naturale. Le possibilità per le donne fragili di essere seguite durante la gravidanza e al momento del parto non mancano. Nella capitale numerose sono state le iniziative a salvaguardia di mamme e bebè in particolari condizioni come, ad esempio, le iniziative promosse qualche anno fa dai policlinici Casilino e Umberto I che hanno attivato un servizio di accoglienza per neonati non riconosciuti e punti di informazione per mamme in difficoltà.

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