Regione: con Tar e Corte dei conti fine luna di miele

Ė un giudizio impietoso quello che la Corte dei conti riserva ai bilanci di alcune aziende del Servizio sanitario regionale. Si tratta del Policlinico Umberto I, della Asl Roma 2 e di quella di Latina. Sull’ospedale universitario, in particolare, i magistrati contabili avrebbero rilevato il mancato equilibrio di bilancio, con perdite annuali di circa 100 milioni, l’intermediazione della società “in house” regionale LazioCrea come soggetto pagatore e la dubbia esigibilità dei crediti verso la Gsa, gestione sanitaria accentrata, un organismo interno che governa i processi amministrativo-contabili. Emergerebbe inoltre, secondo i giudici, la mancata chiarezza sui costi del personale dell’Università La Sapienza, unita ad altre incongruenze contabili che, se non sanate entro 60 giorni, potrebbero portare conseguenze per l’azienda. Alla Regione si contesterebbe inoltre la “lesione dell’autonomia contabile delle Asl, configurando una gestione centralizzata che ha violato ogni regola e norma”, messa in atto con la firma dei decreti commissariali da parte del presidente Nicola Zingaretti. Una pesante grana da sbrogliare e anche dal Tar arriva un’ordinanza che salva la Regione in corner, temporaneamente, ma potrebbe riservare altre sorprese. Si tratta del ricorso presentato nel 2017 dal comitato “Roma 12 per i Beni Comuni”, avverso la delibera regionale numero 766 del 13 dicembre 2016, con cui si stabiliva l’alienazione del complesso ospedaliero del Forlanini. La discussione di merito sul provvedimento ha prodotto un’ordinanza pubblicata oggi, 13 aprile, con cui i giudici richiedono ulteriore documentazione agli uffici di Zingaretti. Secondo gli estensori, in sintesi, la Regione non avrebbe smentito con alcun atto successivo cogente quanto stabilito dall’atto emanato a dicembre 2016. “Ritenuto necessario, ai fini della decisione di merito, disporre l’acquisizione da parte della resistente amministrazione, nel più breve tempo possibile, di una documentata relazione sui fatti di causa, nella quale la stessa, precisi se l’amministrazione regionale ha adottato atti di revoca/annullamento della deliberazione”, è scritto nella ordinanza. A nulla vale la successiva deliberazione della stessa giunta regionale, la numero 72 del 9 febbraio 2021, che contiene un mero “atto d’indirizzo per la riqualificazione del compendio immobiliare ex ospedale Carlo Forlanini in Roma quale sede dell’Agenzia europea della ricerca biomedica e per la realizzazione di una Rsa e di una Casa della salute della Regione Lazio” che in teoria reimmette il bene tra quelli inalienabili, di fatto però non cancella l’iniziale volontà degli amministratori regionali, secondo quanto scrivono i giudici. La Pubblica amministrazione è una macchina complessa, così come le norme che la regolano. Intanto si dilazionano i tempi, si rallentano le decisioni, si prende respiro per la pronuncia finale. Zingaretti e collaboratori dovranno consegnare entro 60 giorni i documenti ma la prossima udienza è fissata al 18 aprile 2023. Passerà più di un anno per arrivare a quella data simbolica e forse a una decisione che rispecchi la volontà dei cittadini. Il 18 aprile del 1948, dopo l’entrata in vigore della Costituzione, gli italiani andarono per la prima volta alle urne celebrando la democrazia. C’è da augurarsi che il nesso sia di buon auspicio.   

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