Green pass: l’Unione europea bacchetta l’Italia

“Il green pass italiano non rispetta i dettami della normativa europea e della Risoluzione 2361 del 2021 approvata dal Consiglio d’Europa”. L’affermazione non proviene da un pericoloso no vax o da un contestatore del discusso passaporto verde. Si tratta invece della risposta alla interrogazione presentata il 28 luglio 2021 da Sergio Berlato, rappresentante di Fratelli d’Italia nel parlamento della Ue – gruppo dei Popolari europei –  con cui si chiedeva una pronuncia della Commissione di Bruxelles sull’uso che l’Italia sta facendo del pass. Un uso che il parlamentare ha definito “improprio e discriminatorio” ricevendo, neanche tanto a sorpresa, il consenso dei rappresentanti della  stessa Commissione, circostanza che potrebbe costare al nostro paese una procedura d’infrazione. Il 14 giugno scorso la Commissione ha approvato il regolamento 953, in cui si specifica chei cittadini che non vogliono o non possono vaccinarsi, non vanno discriminati”. Il certificato verde nacque in seno alla Commissione per regolamentare i flussi tra cittadini europei, tanto che i rappresentanti Ue nella risposta alla interrogazione di Berlato – membro titolare della commissione Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare – ribadiscono che “nessun altro tipo di Green pass può essere richiesto al cittadino per poter usufruire delle proprie libertà individuali’’. Siamo lontani anni luce dall’uso che se ne fa in Italia, che non si ferma, come sarebbe comprensibile, a luoghi di grandi raduni e possibili assembramenti ma arriva fin sulla soglia degli ambienti di lavoro, provocando non poche difficoltà a cittadini che comprensibilmente rivendicano la propria libertà di scelta, non sussistendo obblighi vaccinali. Qualora fosse accertata dalla Commissione l’infrazione da parte del governo italiano, la Commissione “procederà intimando il rispetto del regolamento vigente in tutti gli Stati membri dell’Unione europea”.

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