La scienza si mostra: cosa avviene in sala operatoria

“Surgery Theater”, letteralmente teatro chirurgico, è il nome di un progetto illustrato nel corso della Settimana della Scienza, culminata nella “Notte dei ricercatori” il 24 settembre. La manifestazione, fortemente sostenuta dalla Unione Europea, coinvolge ogni anno migliaia di istituti di ricerca e dal 2005 è diventata un appuntamento molto atteso per rendere accessibile la materia al grande pubblico. Uno degli eventi più spettacolari, è la rappresentazione della sala operatoria con tanto di spettatori. Una simulazione per illustrare in modo più ampio cosa avviene in quell’ambiente sterile e nascosto ai più. L’evento si avvale di un gruppo di professionisti degli istituti di ricerca e di ricercatori dei tre atenei romani, riuniti in una associazione che si occupa di divulgazione scientifica. “Abbiamo aperto a una platea di non sanitari le porte di un mondo in genere chiuso ai non addetti ai lavori”, spiegano i ricercatori. L’intento è stato quello di guidare tutti gli interessati in un percorso atto a comprendere l’evoluzione della sala operatoria nel tempo, sino ai giorni d’oggi. “Abbiamo illustrato le dinamiche che governano la scena di questo teatro – chiariscono i giovani scienziati – che a molti può apparire come una scatola chiusa. L‘intento di stimolare domande e quesiti ha colto l’obiettivo, sia da punto di vista scientifico, sia per le implicazioni umane che comporta agire nell’ambiente operatorio”, spiegano ancora. Quest’anno, in particolare, si è tenuto conto delle risposte che le équipe chirurgiche sono state in grado di fornire nonostante le emergenze provocate dalla pandemia. Imponente l’apparato organizzativo: 29 nazioni, 56 progetti che nel 2020, nonostante le restrizioni dovute al Covid hanno attratto 2,3 milioni di visitatori. Quest’anno i numeri sono stati ancor più soddisfacenti.

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