Green pass: per i vaccinati del Lazio è un miraggio

Vaccinati ma non riconosciuti. Questa nella Regione Lazio è la condizione di migliaia di persone che, pur avendo completato il ciclo di immunizzazione, non hanno ancora ricevuto il codice per il passaporto verde, a causa del blocco informatico del sito della Regione attaccato dagli hacker, che ha costretto gli operatori alla trascrizione manuale di tutti i dati. La macchinosa organizzazione burocratica – comunicazione del centro vaccinale alla Asl e da qui, invio dei dati al ministero della Salute – non ha giovato alla rapidità né alla correttezza della trasmissione così, i cittadini disperati e spossati dal rimbalzare da un ufficio all’altro, dal numero verde alla mail senza risolvere nulla, si sono affidati a una apposita pagina social per confrontarsi, scambiarsi notizie e suggerimenti per venir fuori dal pantano in cui la Regione Lazio ha confinato tutte le persone che hanno fatto il proprio dovere vaccinandosi. Al trattamento sanitario, non obbligatorio ma di fatto imposto, non ha fatto riscontro una volontà dell’amministrazione regionale, con il mancato adempimento relativo al rilascio della provvidenziale carta che permette di svolgere una vita sociale senza alcuna limitazione. Esempio eclatante, quello di Vittoria, la chiameremo così, vincitrice di un dottorato di ricerca a Londra, impossibilitata a partire perché la sua seconda dose, ricevuta nell’hub di Fiumicino, nel sistema informatico non risulta registrata. Fa fede soltanto un foglietto opportunamente consegnatole dagli operatori ma, nonostante questo, per una settimana non ha avuto risposte né dal numero del ministero della Salute 1500 né dai numeri verdi della Regione Lazio, i cui uffici si sono rivelati muti e sordi alle richieste, con prevedibile scarico di responsabilità da un sito all’altro. Mentre scriviamo, Valentina ci comunica che sta risolvendo grazie all’impegno di una dipendente del centro vaccinale di Fiumicino, dove è dovuta tornare, a riprova che gli operatori funzionano più delle burocrazie. Gli altri 10mila cittadini in difficoltà, possono solo sperare.

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