Ospedale Tiburtino: una scommessa per il 2030

L’area è stata recintata a novembre 2020, lo studio di fattibilità è pronto – con un costo di 47mila euro – il bando per la progettazione è stato pubblicato il 12 agosto scorso ma la realizzazione di un nuovo ospedale all’avanguardia in un’area attigua alle terme di Tivoli, già solleva entusiasmi tra i vertici regionali. Con una tabella di marcia e un rispetto dei tempi ottimale, dovrebbe sorgere nel 2029 ma l’annuncio, dato con un tempismo perfetto, coincidente con un importante appuntamento elettorale per la capitale, ben si presta a una discussione sulla riorganizzazione della rete ospedaliera di Roma e provincia. In una regione che ha visto, negli anni, la chiusura di 16 ospedali con 3.600 posti letto tagliati, l’idea di nuovi cantieri in aree decentrate, bisognose di tutte le infrastrutture non sempre incontra un consenso incondizionato. Specie tra le comunità che paventano la chiusura dei presidi di prossimità, in questo caso si pensa all’ospedale Angelucci di Subiaco. Sull’esempio di quanto accaduto nella Asl Roma 6, con la realizzazione del Nuovo Ospedale dei Castelli e il ridimensionamento, o la chiusura, di molti presidi nei comuni limitrofi. Sono soprattutto i numeri dell’ospedale Tiburtino a destare stupore: 9.369.583,21 euro per la progettazione, 159 milioni e 380 mila euro è il costo complessivo della realizzazione, finanziamento già previsto nella programmazione dell’edilizia sanitaria dalla Regione, per 347 posti letto distribuiti su più di 87mila metri quadrati di superficie, dominata da una piastra circolare destinata ai servizi di emergenza. Per dirla con la poetica dei progettisti, la stessa sarà “stretta come in un abbraccio dalla struttura di degenza e servizi, che a loro volta si svilupperanno secondo una precisa gradualità orizzontale in sintonia con l’intensità di cura prestata. Una torre sarà dedicata alle malattie infettivo diffusive e ai sistemi di biocontenimento. Ai piani inferiori più accessibili, in logica di gradualità verticale, i servizi ambulatoriali e di accettazione”. Non mancherà l’elisuperficie, in uno snodo attiguo a svincoli autostradali. Completeranno l’opera, destinata a un bacino di utenza di 250mila residenti, 1500 posti auto distribuiti su 44mila metri quadrati di parcheggio. Progetto avveniristico, ecologicamente compatibile, rispettoso dell’ambiente – almeno nelle intenzioni – all’insegna della flessibilità e della umanizzazione. Gli aggettivi per giustificare il sicuro consumo di suolo ci sono tutti.

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