Mirella e la difesa della sanità pubblica

Ė passata appena una settimana, da quando la nostra grande amica Mirella Belvisi ci ha lasciato ma sembra trascorsa una vita. La storica, indomita, saggia dirigente di Italia Nostra sezione di Roma e consigliera nazionale, nella sua infaticabile opera a tutela del patrimonio storico, artistico, ambientale della nostra città non si è risparmiata, conquistando un posto di primo piano nel panorama ambientalista e culturale cittadino. Numerose sono state le espressioni di cordoglio, provenienti da tutti gli ambiti, che ne hanno sottolineato l’ineguagliabile valore nel campo della difesa della Capitale dai violenti attacchi della speculazione e dalle pericolose conseguenze dell’insipienza amministrativa. Ma esiste un altro aspetto delle battaglie di Mirella, che non tutti hanno conosciuto: non ha mai cessato di interessarsi alle vicende della sanità pubblica. Dalle sciagurate conseguenze della chiusura degli ospedali San Giacomo e Forlanini, agli inadeguati progetti per il Santa Maria della Pietà, passando per l’insufficiente offerta di prestazioni mediche, le insopportabili liste di attesa, la soppressione di presidi essenziali, la cattiva gestione di Asl e ospedali. Era sempre disponibile, informata su tutte le vicende cittadine degli ultimi decenni, pronta a regalarti i suoi illuminati consigli e a indignarsi per la paziente rassegnazione con cui i cittadini, privati dei servizi essenziali, affrontavano difficili percorsi di cura e di assistenza. Era inconcepibile, per il suo rigore morale, assistere alla passività con cui il personale sanitario accetta tale stato di cose; incredula nel venire a conoscenza del conformismo con cui si consente a una oligarchia della salute di incidere sulla carne viva della collettività. Dobbiamo a lei la creazione del “Gruppo ospedali” della sezione romana di Italia Nostra; fu lei la prima a scrivere al presidente Nicola Zingaretti, raccomandando la salvaguardia dello storico Museo Anatomico del Forlanini; dietro suo impulso sono partite le note, ancora prive di riscontro, indirizzate ai consiglieri regionali affinché il San Giacomo e il Forlanini rinascano a nuova vita, nell’interesse della salute dei cittadini. Ci lascia una grande eredità Mirella: far sì che la sanità pubblica non resti appannaggio di quelle oligarchie che l’hanno ridotta a brandelli ma diventi tema di confronto e di lotta in mano ai cittadini. Ci proveremo, con tutta la nostra volontà, per Mirella e per tutti noi.

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