Buona Pasqua, guardando al passato

Un grande augurio di buona Pasqua a tutti i nostri lettori, con tutto il cuore e la gratitudine della nostra redazione. Contravvenendo alle regole, che oggi hanno messo a riposo tutti i giornalisti dei quotidiani, noi siamo qui non solo ad auspicare una festività serena per tutti ma a toglierci qualche sassolino dalle scarpe. L’innovazione, la scienza, il progresso si sa, sono elementi fondamentali per la crescita della nostra società ma siamo proprio sicuri che questo salto nel futuro possa essere affrontato da tutti come ineluttabile automatismo? Vi riportiamo, a tale proposito, le testimonianze di due lettori, che riassumono i patemi d’animo di tante altre persone che, per ragioni di spazio non pubblichiamo ma su cui è necessario ugualmente riflettere. Per primo, ci scrive Lucio, un operatore sociosanitario che lavora in una Rsa, residenza assistenziale per anziani: “ho fatto la vaccinazione con Astrazeneca, secondo richiamo, presso l’Ifo, Istituti Fisioterapici Ospitalieri di Roma. Mi hanno detto che potevo scaricare il certificato della vaccinazione dal sito della Regione Lazio, cliccando sulla sezione anagrafe vaccinale il cui accesso necessita di un ‘username’ e ‘password’”. Tali chiavi di entrata, secondo il nostro lettore, debbono essere fornite dalla struttura sanitaria ma “nessuno, al momento della vaccinazione presso la struttura – insiste Lucio – ha pensato di fornirmele o spiegarmi come ricavarle. L’unico documento che mi hanno consegnato a inoculazione eseguita è un foglio con su scritto il numero in codice dell’operatore, il nome del vaccino, il punto vaccinale, il lotto del farmaco ecc. Il foglio si conclude con la frase: ‘la presente attestazione non costituisce certificazione’, un po’ poco per chi deve dimostrare di essere a posto con la somministrazione”. Siamo d’accordo con lui ma le bizzarrie informatiche e organizzative non finiscono qui, portiamo l’esempio di Mirella, malata di tumore e invalida, che racconta la sua situazione: “grazie a un vostro articolo, che menzionava le categorie vulnerabili con i vari codici destinatari del vaccino, sono riuscita a capire perché non fossi stata presa in considerazione dalla Regione Lazio e come mai la schermata online mi buttasse fuori dal sistema. Essendo titolare di più di una esenzione con codici differenziati, ad esempio C01 per gli invalidi al 100%, – spiega ancora la nostra lettrice – mi sono resa conto che il sistema rilevava soltanto la prima, per una impostazione di lettura fornita dai programmatori. Per essere inserita tra i candidati al vaccino avrei dovuto esibire il codice C02 ‘invalidi con accompagnamento’ o C05 ‘non vedenti’, status che per fortuna non mi appartiene. Poi insistendo telefonicamente, grazie anche ai vostri interventi che indagano a fondo le crepe del sistema, un operatore mi ha confermato tutto e, constatata la mia patologia, ha inserito la 048 come prioritaria e mi ha messo in lista d’attesa. Soddisfatta per il risultato raggiunto, mi chiedo però quante persone sappiano di tale incongruenza del software e quanti abbiano la forza e la costanza per dedicare ore a discutere con operatori, sicuramente incolpevoli”. Operatori incolpevoli, ribadiamo noi, e un sistema che comunque qualche responsabilità, di tanto in tanto, potrebbe attribuirsela, magari guardando a un passato con meno tecnologie ma più umanità. Auguri a tutti. (Nella foto: Raffaello Sanzio, Resurrezione di Cristo, Museo de Arte di San Paolo del Brasile)

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