Carenza infermieri, Zega: “servono misure strutturali”

Nel Lazio occorrono più infermieri e per formarli bisogna riprogrammare i posti per i corsi di laurea necessari. La pandemia da Covid-19 ha evidenziato la grave carenza di personale infermieristico che affligge il nostro Paese. In particolare, nel Lazio il problema si trascina da anni e l’attuale emergenza sanitaria lo dimostra in tutta la sua drammaticità. Per questo, il presidente dell’Ordine degli Infermieri di Roma Maurizio Zega, in una nota indirizzata al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e all’assessore alla Sanità Alessio D’Amato, avanza precise richieste: “sono anni che sollecitiamo ministero e università perché si formi un numero molto più elevato di infermieri a coprire il crescente fabbisogno. La pandemia da Sars-Cov2 ha evidenziato in tutta la sua drammaticità la grave carenza di personale infermieristico e perfino la letteratura scientifica dimostra come la scarsa dotazione di infermieri ponga a rischio la sicurezza dei pazienti e influisca significativamente sulla qualità delle cure e sulla mortalità”. Il presidente si sofferma poi sulla risposta istituzionale: “nel 2007 fu sottoscritto un protocollo d’intesa tra Regione Lazio e Università per il funzionamento e l’attivazione dei corsi di laurea triennali delle Professioni Sanitarie ma soltanto nel 2008 sono stati previsti rimborsi una tantum alle aziende, a copertura degli anni che vanno dal 1998 al 2006. Poi più nulla. Il problema che la pandemia ha reso più drammatico – osserva ancora Zega – è di natura strutturale. C’è bisogno di un intervento immediato che possa dare alle aziende sanitarie e ospedaliere un incentivo e un sostegno per il potenziamento della rete formativa nel tempo”, chiosa Zega.

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