Forlanini: c’è un “atto di indirizzo”, il terzo in 4 anni

Non c’è due senza tre. Riconversione ospedale Forlanini, siamo al terzo “atto di indirizzo” della giunta regionale del Lazio, con cui si prevede la “riqualificazione del compendio immobiliare quale sede dell’Agenzia europea della ricerca biomedica”, che andrebbe a occupare – qualora fosse istituita – tutto il corpo centrale dell’edificio storico attualmente inutilizzato e abbandonato al degrado dal 30 giugno 2015. Ulteriori 20 mila metri quadrati distaccati dal corpo centrale, sarebbero destinati a ospitare una Rsa, residenza sanitaria assistenziale e una Casa della salute della Asl Roma 3. Il provvedimento è stato annunciato con una laconica nota della presidenza della giunta il 9 febbraio, si attendono ora ulteriori sviluppi. Con una puntualità quasi maniacale la giunta presieduta da Nicola Zingaretti, sulla possibile destinazione dello storico ospedale di Monteverde ha partorito un provvedimento amministrativo all’anno. Il primo “atto di indirizzo” risale al 2 settembre del 2016 e prevedeva all’interno del grande complesso la “Cittadella della Pubblica amministrazione e servizi al cittadino”, progetto abortito. Il secondo di questi atti, del 6 febbraio 2018 ipotizzava invece tra i viali dell’immenso e pregiato parco la “Casa internazionale dello studente”, con tanto di convocazione e sopralluogo dei tre rettori delle Università pubbliche di Roma qualche mese prima, anche in questo caso nulla di fatto. E non solo atti di indirizzo. L’attenzione regionale al pregiato immobile si è espressa in ulteriore produzione burocratico amministrativa: risalgono al 2015, al 2016 e al 2019 rispettivamente, le delibere 692, 766 e da ultima una “memoria di giunta” – parente dell’atto di indirizzo quanto a consistenza delle proposte – contenente intenti molto più credibili, in quanto i soggetti coinvolti godevano di un’aura internazionale. In questo caso, dopo i precedenti insuccessi, si trattava di assicurare una sede all’organizzazione internazionale Ifad, specializzata nello sviluppo e nel finanziamento del settore agro-alimentare dei paesi depressi, previa intesa con il governo italiano, ormai arrivato al capolinea. Un flop anche questa volta, considerato che l’Ifad dispone di una sede prestigiosa all’Eur, moderna e ben collegata. E ora un altro step, sempre di carattere internazionale: questa volta dovrebbe essere l’Unione europea a fissare all’interno del Forlanini la sede dell’Agenzia della ricerca biomedica, per cui è già in corsa Padova, con tutto lo schieramento di industriali del settore, sostenuti dalla Regione Veneto e da altre importanti istituzioni e poli culturali di prim’ordine. Intanto, nell’attesa che l’ente sovranazionale prenda corpo, perché attualmente è solo un annuncio di Ursula von der Leyen, si propone alla cittadinanza l’apertura di una Rsa e di una casa della salute, in due palazzine distaccate. Nel 2009, per separare il palazzo centrale dai due edifici, fu eretto un muro nel parco che gode di tutele dei Beni culturali. In seguito a una segnalazione di un comitato di cittadini, la costruzione fu abbattuta in una notte e gli amministratori dell’epoca furono condannati dalla Corte dei conti al risarcimento di 75 mila euro per danno ambientale. Non erano stati rispettati i vincoli giuridici di salvaguardia. Per lo studio di fattibilità dell’ennesimo progetto regionale sarà incaricata LazioCrea, una Spa braccio esecutivo della Regione Lazio, al modico costo di 75 mila euro. La Spa, agisce in regime di “deregulation” rispetto all’ente pubblico, con l’auspicio che non si risolva tutto come avvenne per il muro abbattuto.  (Foto di Massimo Venanzetti)

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