Aborto, Mattia: “la Regione Lazio al fianco delle donne”

La Regione Lazio ha recepito le linee guida ministeriali per garantire l’interruzione di gravidanza con metodo farmacologico, attraverso l’assunzione della pillola Ru 486. Le indicazioni aggiornate nello scorso agosto dal dicastero della Salute, prevedono la somministrazione del farmaco, che ha incontrato molte critiche da parte dei movimenti pro-Vita, senza ricorrere al ricovero ospedaliero. L’interruzione di gravidanza con tale modalità estende il limite di uso dalle sette alle nove settimane di gestazione, allineando l’Italia agli altri Paesi Ue. Introdotto in Italia da più di dieci anni, il preparato a base di mifepristone è in grado di impedire lo sviluppo dell’embrione favorendone “l’espulsione” e non ha incontrato finora, un grande favore da parte delle donne. Soltanto una su dieci fa ricorso alla Ru 486. Secondo la presidente della commissione regionale del Lazio per le Pari opportunità Eleonora Mattia potrebbe essere “la disinformazione o la scarsa accessibilità” a scoraggiare l’uso della pillola. “La situazione è nettamente peggiorata durante la pandemia – sostiene l’esponente Pd – tra reparti chiusi e procedure anti Covid da rispettare. L’adozione delle linee guida da parte della Regione Lazio si inserisce in queste criticità e segna un ulteriore passo per affermare il diritto alla libera scelta delle donne”. Agevolare la somministrazione della Ru 486 in consultorio o ambulatorio favorisce sicuramente la decongestione delle strutture ospedaliere, già provate dal drastico taglio dei posti letto degli ultimi decenni e ora dalla riconversione in posti Covid. “L’impegno è quello di assicurare a tutte le donne che richiedono l’interruzione un servizio di qualità, nel pieno rispetto dei loro diritti e delle disposizioni legislative”, sottolinea la consigliera. Il tema è di quelli non facili da considerare, tanto che l’aborto “facilitato” sta provocando significative spaccature nel Paese, trattandosi soprattutto di un problema di coscienza e di sensibilità individuale. Per prima l’Umbria ha provato a opporsi alle decisioni di Roberto Speranza, poi la Regione Marche di recente ha respinto la mozione del Pd per la somministrazione di Ru 486 nei consultori. “Le leggi dello stato sono il nostro faro – chiosa Mattia – e non permetteremo che la battaglia ideologica si faccia sulla salute e sui diritti delle donne”. E la legge 194 del 1978 “Tutela della maternità e interruzione volontaria della gravidanza”, a 43 anni dalla sua promulgazione continua ancora ad alimentare il dibattito.   

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