“Villa Tiburtina, l’Umberto I batta un colpo”

Villa Tiburtina: un polo indispensabile di sanità territoriale che deve essere restituito ai cittadini. Da mesi, in zona Rebibbia-Ponte Mammolo, è in atto la mobilitazione di migliaia di residenti che con raccolte di firme, manifestazioni, appelli alle istituzioni, chiedono che sia rafforzata la sanità pubblica e invocano la riapertura di quello che era un punto di riferimento per un ampio bacino di utenza, affinché lo stesso torni in piena attività. “Era una clinica bella ed efficiente”, questo il ricordo di molti cittadini del presidio di via Casal de’ Pazzi 16, aperto poco prima del 1970 come sede distaccata del Policlinico Umberto I dedicato alle diagnosi e alla riabilitazione delle malattie polmonari, una disciplina che nella Capitale, dopo la chiusura dell’ospedale Forlanini, non trova adeguate sedi per prestare un’assistenza a tutto tondo. Disponeva della Fisiopatologia respiratoria, della Neurologia e Neuropsichiatria, della Pediatria, di un reparto di Chirurgia ben organizzato – che sopperiva alla mancanza di un grande ospedale nelle vicinanze – e di numerosi ambulatori, indispensabili per snellire le liste di attesa delle strutture pubbliche più inflazionate. L’edificio era entrato nella disponibilità dell’Università Sapienza di Roma a fine anni Sessanta, attraverso la fondazione Eleonora Lorillard Spencer Cenci poi i tagli progressivi operati dalla Regione Lazio hanno contribuito allo smantellamento della struttura, iniziato nel 2008, anno in cui fu soppresso l’ambulatorio della Asl Roma B che qui aveva ricavato un presidio. Attualmente, gli unici ambulatori pubblici si trovano a chilometri di distanza, tra il Tiburtino III, San Basilio, Colli Aniene e Pietralata e non riescono a coprire le necessità della numerosa utenza. Ė stata proprio l’emergenza sanitaria legata al Covid ad aver evidenziato le difficoltà di accesso alle cure primarie e all’assistenza domiciliare. A novembre, in una affollata assemblea, in cui si evidenziavano i danni prodotti dalla pandemia nel territorio, una delle richieste più pressanti è stata quella riferita alla apertura di un presidio sanitario di prossimità. Da qui è nata la campagna “Riapriamo Villa Tiburtina”, culminata con un volantinaggio natalizio nel quartiere, con il cortile della clinica come meta finale e la consegna di simbolici pacchi dono alle istituzioni, sotto un albero addobbato con biglietti di richiesta di una sanità pubblica territoriale efficiente che prenda in carico i bisogni sociosanitari delle persone.    

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