Sanità Calabria: continua il balletto dei commissari

Sembrava fatta: per alcune ore, dopo il Consiglio dei ministri in notturna del 24 novembre si era creduto che l’assise avesse partorito l’attesa decisione. E invece no, il commissario alla Sanità della Calabria non è Narciso Mostarda, 58enne attuale direttore della Asl Roma 6, che ingloba tutti i presidi dei Castelli romani più parte del litorale (Anzio-Nettuno). Bruciato anche lui in quella che, più che una decisione collegiale, ha assunto i toni di una farsa. Laureato in Medicina, ha dei trascorsi in politica come assessore Pd nel Comune di Frosinone. Arrivato nella Asl castellana il 10 ottobre 2016, dopo due anni ha avuto il merito di inaugurare il nuovo ospedale dei Castelli, realizzato a tempo di record in poco più di mille giorni di lavoro, dopo una lunga bonifica da numerosi ordigni bellici ritrovati nella zona di ubicazione, non lontana da Nettuno.  “È stato un viaggio lungo e faticoso, ma ce l’abbiamo fatta”, ha dichiarato al momento del taglio del nastro. Non riuscirà a ripetersi nella complessa gestione della sanità calabrese, non glielo ha consentito un gioco di veti incrociati, di un governo sempre più debole in cui, più che le competenze pesano le appartenenze. Al momento il papabile sembrerebbe Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico che decide le politiche anti pandemia. Un organismo forse diventato scomodo per l’esecutivo.

(Nella foto: Mostarda, al centro, inaugura l’ospedale dei Castelli)

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