Sanità, da Napoli a Roma “Li soprani der monno vecchio”

Ospedale Cardarelli di Napoli: l’orrore abita qui. Nel pronto soccorso del nosocomio partenopeo si assiste a uno spettacolo sconvolgente. Nel bagno del reparto c’è il corpo di un uomo riverso sul pavimento, non ha le scarpe, la testa è poggiata di lato, ha una fascia sul braccio e un ago perché è in terapia. Si saprà poi che si tratta di un 80enne ricoverato perché colpito dal Covid, in attesa da ore di poter eseguire un tampone di conferma della sua positività. Intorno lo spettacolo è desolante: un groviglio di barelle in cui giacciono uomini e donne in una promiscuità indicibile, ti fa percepire che potresti essere finito in un girone infernale. Pazienti in attesa di essere visitati attendono in barella in un “open space” senza alcun divisorio. Un uomo anziano staziona sulla sua lettiga immobile, circondato da piatti di pietanze intonsi, non è riuscito a nutrirsi, non si capisce se sia vivo o morto e l’odore di urina è insopportabile. Approfittando della concitazione dovuta alla scoperta del cadavere, qualcuno gira un video che viene immediatamente diffuso in rete. La reazione immediata della direzione aziendale non si fa attendere. “È deprecabile – tuona il direttore Giuseppe Longo – che eventi simili siano oggetto di strumentalizzazioni tese a costruire terribili e pericolose suggestioni nell’opinione pubblica”. Non si rende conto, il direttore, che di deprecabile ci sono soltanto le condizioni in cui è ridotto l’ospedale che lui amministra E girando i nosocomi di tutta la Campania, il panorama non cambia. Caos e attesa di un posto letto che non arriva. Negli ultimi anni a Napoli e dintorni sono stati chiusi sette ospedali. Ricorda un po’ il caso di Roma e l’epidemia ha soltanto evidenziato una situazione latente che, prima o poi sarebbe esplosa. Insieme alla intollerabile condizione a cui sono sottoposti i pazienti, ciò che sconcerta è il muro di gomma delle istituzioni: si fa il contrario di ciò che una buona gestione della cosa pubblica imporrebbe. A Napoli, piuttosto che verificare presunte inadempienze del personale di assistenza, che potrebbe aver omesso di vigilare un anziano malato, si indaga chi ha girato il filmato documentando una situazione insostenibile per un Paese civile. Un cittadino che, al contrario, dovrebbe essere premiato per il senso civico dimostrato nel denunciare una vergogna. Così come nel Lazio si finge di ignorare la richiesta pressante di migliaia di cittadini che chiedono di riaprire gli ospedali pubblici chiusi e abbandonati. Stessa insensibilità, identica arroganza. Tanto da evocare il ricordo dell’alto dignitario pontificio marchese Onofrio del Grillo, magistralmente interpretato dal compianto Alberto Sordi nell’omonimo film di Mario Monicelli, quando si rivolgeva al popolo, rimarcando le differenze di casta, prendendo a prestito una celebre frase dal sonetto del Belli “Li soprani der monno vecchio”. Di fronte a tali manifestazioni, sembra proprio di essere tornati indietro di secoli, per dirla col poeta: “Chi abbita a sto monno senza er titolo/o dde Papa o dde Re, o dd’Imperatore, quello nun po’ avé mmai vosce in capitolo!”.

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