Covid-19: riconvertire le strutture dismesse

Non è solo Covid a colpire. Nonostante ciò nel nostro Paese e nella Regione Lazio le patologie diverse sembrano svanite in un soffio. Non solo nel dibattito sanitario e sui mezzi di informazione ma negli ospedali e nelle strutture sanitarie, chi non sia affetto da Covid passa spesso in secondo piano. Per non parlare delle prenotazioni di analisi e visite saltate, quando va meglio posticipate, e la difficoltà a rivolgersi al pronto soccorso in caso di necessità. E se Roma soffre la provincia non ride. Nel frusinate sono numerosi i presidi dismessi, come ad esempio gli ospedali di Pontecorvo e di Anagni che secondo il consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli “devono essere necessariamente riconvertiti”. Secondo l’esponente della Lega “stanno aumentando i casi gravi da Covid-19 e quindi anche i ricoveri negli ospedali del Lazio” scrive Ciacciarelli in una nota. “Nella nostra regione stanno triplicando i letti per la patologia infettiva e, per tale motivo, rischiamo di dimenticare le altre malattie che continuano a esistere”. Il consigliere ritiene sia “un obbligo da parte della giunta regionale e dell’assessorato alla Sanità garantire i servizi per le patologie non Covid”. Nella Asl di Frosinone è stato allestito un reparto Covid-19 presso l’ospedale del capoluogo Fabrizio Spaziani, una necessità che va comunque a influire sull’offerta di salute che risulta sicuramente ridotta. “Va bene l’attenzione al coronavirus ma occorre garantire l’assistenza anche agli altri malati – continua Ciacciarelli – ci si ammala anche di tumori, cardiopatie, e altro e si muore”. L’attenzione è rivolta alle risorse impiegate dalla Regione Lazio per adattare e attrezzare strutture con diversa destinazione d’uso, trascurando invece edifici da sempre destinati alla funzione ospedaliera “che potrebbero garantire un’offerta sanitaria soddisfacente”. Il consigliere ha focalizzato l’attenzione anche sulla carenza nella distribuzione di dispositivi di prevenzione per gli operatori sanitari e nella dotazione di divise, per garantire “lo straordinario lavoro di chi opera in trincea, al fine di prevenire i contagi tra i sanitari, non solo a Frosinone ma ad Alatri, Sora e Cassino”.  

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