Ciociaria, 35 positivi l’ospedale Spaziani in tilt

Nella Asl di Frosinone si registrano trentacinque casi di Covid-19. Si tratta di ventotto contatti di contagi già noti e isolati e due individuati in fase di pre-ospedalizzazione. Nella Asl di Viterbo di casi se ne registrano quarantuno; sono stati rilevati ventinove contatti di quelli già noti e isolati e un caso individuato in fase di pre-ospedalizzazione. Nella Asl di Rieti si registrano sette nuovi infetti, si tratta di contatti di contagiati già noti e isolati” commenta l’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, nel quotidiano report sul coronavirus nella regione. Nel Lazio, come in molte altre regioni italiane, i contagi corrono ma non si attenuano le polemiche politiche. Proprio a Frosinone, l’attivazione di ulteriori 12 posti letto di malattie infettive presso l’ospedale “Fabrizio Spaziani” ha suscitato allarme per le possibili ripercussioni che tale decisione potrebbe avere nei confronti dei pazienti portatori di patologie non Covid. Per consentire tale riprogrammazione delle degenze, sono stati accorpati i reparti di chirurgia e urologia per un totale di 24 posti letto. Non ci sta il consigliere regionale della Lega Pasquale Ciacciarelli che ha dichiarato: “Si torna alla trasformazione del nosocomio di Frosinone in ‘ospedale Covid-19’, con riduzione dei reparti, accorpamenti e la sospensione della accettazione dei malati chirurgici salvo emergenze”. Il timore dell’esponente di via della Pisana è che si riduca l’offerta sanitaria del territorio, come denunciato alcuni mesi fa per gli ospedali della zona di Cassino, in particolare il Santa Scolastica in cui, secondo lo stesso consigliere, non si effettuavano interventi di elezione ma soltanto di urgenza. Per quanto attiene alla nuova emergenza, secondo Ciacciarelli allo Spaziani “l’ordinaria amministrazione viene letteralmente interrotta. Anche se è bene prepararsi ad una prevedibile seconda ondata del virus, non si perdano di viste le altre malattie – insiste il consigliere leghista – che continuano ad esistere e a mietere morti. Non si può sacrificare in nome del Covid-19 l’offerta sanitaria per le cure ordinarie. Non esistono malati di serie A e altri di serie B”.

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