Ronciglione, i cittadini rivogliono l’ospedale

Due sale operatorie, 30 posti letto, l’impianto per l’erogazione dell’ossigeno, i reparti di medicina, chirurgia, ginecologia. Tutto l’indispensabile che l’ospedale Sant’Anna di Ronciglione, offriva a un bacino di utenza di tredici paesi, con una potenzialità di intervento su circa 70.000 cittadini, sui 350 mila residenti della provincia di Viterbo. Oggi di tutto ciò non c’è più nulla e per il territorio dei monti Cimini si tratta di una grave perdita, considerata anche la condizione delle strade, in inverno spesso impraticabili in caso di condizioni meteo avverse. I tagli lineari dovuti al deficit sanitario del Lazio si sono abbattuti impietosamente sulle province, tanto da desertificarne il territorio e, nel caso di Ronciglione a nulla sono servite manifestazioni, raccolte di firme, sottoscrizioni varie, deliberazioni del Consiglio comunale volte ad evidenziare i diritti derivanti da lasciti testamentari. Tutto è iniziato con il depotenziamento della struttura, poi è arrivata la proposta di realizzare al suo interno la casa della salute ma vista la difficoltà nell’attivazione, l’ultima trovata della Regione Lazio è stata la realizzazione della “cittadella della salute”, un progetto che però non incontra il favore dei cittadini che, riuniti nel comitato in difesa dell’ospedale, a marzo hanno scritto al presidente del Consiglio, al ministro della Salute e al prefetto di Viterbo. Al centro della richiesta di riapertura del nosocomio per l’emergenza Covid-19. “Sappiamo che la Regione Lazio ha risanato i debiti della sanità contratti nel tempo – si legge nella nota – sono stati però operati tagli che hanno comportato enormi sacrifici in termini di riduzione dei servizi per i cittadini”. Secondo i rappresentanti del comitato, l’attivazione di alcuni servizi del Sant’Anna avrebbe positive ricadute anche sull’ospedale Belcolle di Viterbo, che sarebbe così decongestionato, specie per i piccoli interventi. Richieste inascoltate, tanto da far mobilitare anche il sindaco della città che ospita il famoso carnevale. Il primo cittadino ha scritto al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e al direttore generale della Asl viterbese Daniela Donetti. “In virtù dello stato di emergenza sanitaria – scrive Mario Mengoni – si invitano codeste istituzioni a prendere in considerazione la riapertura temporanea di alcuni reparti del polo ospedaliero di Ronciglione, così da fronteggiare in maniera più efficace l’espandersi del coronavirus e la conseguente possibile saturazione delle strutture attive, in primis quella di Belcolle”. Anche questo un vano tentativo, nonostante la proposta di poter riconvertire l’ospedale, una volta passata l’emergenza, in centro studi oncologici in un territorio dove l’incidenza dei tumori è molto alta. La prossima iniziativa è un’assemblea il 29 settembre al teatro Ettore Petrolini, a cui sono stati invitati i vertici della Asl, il sindaco Mengoni e il consigliere regionale Enrico Panunzi, per discutere sul futuro della struttura sanitaria.

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