Dagli ospedali al Parlamento “per la sanità pubblica”

Non si ferma la mobilitazione di Potere al popolo (Pap) per la sanità pubblica. Dai flash mob organizzati davanti ad alcuni ospedali della Regione Lazio il 23 maggio scorso, al presidio a Montecitorio. Così il 3 settembre il movimento, che ha raggruppato una decina di realtà, creando il coordinamento “Salute Lazio”, ribadisce ancora una volta la necessità di difendere e riconquistare il diritto garantito dall’articolo 32 della Costituzione. Strumento essenziale di questa battaglia una petizione lanciata on-line i primi di luglio, che ha come rivendicazione principale “la risposta, necessaria e possibile, alla crisi del nostro Servizio sanitario nazionale”, scrivono i militanti di Pap sulla loro pagina facebook “provocata dalle politiche dei governi di centrodestra, centrosinistra, tecnici, che si sono succeduti alla guida del Paese all’insegna del pensiero unico, del liberismo, del dogma dell’austerità”. Le critiche sono rivolte alle politiche decennali di tagli, alla riduzione di ospedali, posti letto, servizi territoriali, personale. Decisioni che hanno progressivamente favorito la dismissione di ciò che era pubblico “a favore di un privato largamente parassitario”, insistono i rappresentanti di Potere al popolo, che individuano nella pandemia da coronavirus una delle cause dell’accentuarsi della crisi. La protesta arriva il giorno dopo l’inaugurazione del pronto soccorso del Campus Biomedico, struttura privata a sud di Roma, per cui la Regione Lazio ha investito 10 milioni. Così, con la parola d’ordine “Riconquistiamo il diritto alla salute”, Potere al popolo si batte per “una sanità pubblica universale, laica, gratuita perché la salute non sia una merce ma un diritto per tutte e tutti”. Ricca la piattaforma programmatica oggetto della petizione: dal superamento dell’attuale sistema che concede l’autonomia in sanità alle Regioni, al taglio del finanziamento diretto o indiretto ai privati; dallo sviluppo della ricerca con produzione statale di farmaci e presidi alla riorganizzazione del personale, allargando il reclutamento con stabilizzazioni e fine del numero chiuso all’Università. Tra gli ulteriori obiettivi, il superamento delle prestazioni in intramoenia e la riapertura, se necessario, degli ospedali soppressi, unita a un robusto sostegno ai consultori. Dal 1° settembre, con la soppressione del superticket di 10 euro sulle prestazioni, è in parte accolta una delle richieste dei promotori della petizione, che include tra l’altro, una revisione dei finanziamenti militari, la tassazione progressiva e la patrimoniale sulle grandi ricchezze.  

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