Accordo Ue per produrre il vaccino anti Covid-19

Corsa al vaccino anti Covid-19, un affare mondiale. In pole position Usa, Russia, Cina impegnati con cospicue risorse per arrivare a un risultato affidabile. I diversi Stati si preparano così alla corsa per assicurarsi le scorte future del vaccino in caso di dimostrazione di efficacia: Regno Unito, Stati Uniti e altri Paesi hanno parallelamente raggiunto accordi del valore di miliardi di dollari con le aziende che si stanno occupando dello sviluppo della cura per debellare il virus. Washington ha sborsato ad Astrazeneca circa 1,2 miliardi per la produzione di 300 milioni di dosi.  E l’Europa non vuole essere da meno. Per questo il 17 giugno scorso è stato presentato a Bruxelles un documento contenente la “Strategia della Ue”, volto ad accelerare lo sviluppo, la fabbricazione e la diffusione di vaccini sicuri ed efficaci contro il virus che ha cambiato le nostre vite. Frutto di una pre-intesa siglata dai ministri della Salute di Germania, Francia, Olanda e da Roberto Speranza con la multinazionale del farmaco AstraZeneca – il cosiddetto accordo preliminare di acquisto (Advance Purchase Agreement) – il documento strategico è il prodotto di una complessa operazione che prevede da parte della Commissione europea il finanziamento dei costi iniziali sostenuti dai produttori di vaccini, con la garanzia che i Paesi finanziatori in tal modo “prenotano” l’acquisto dell’antidoto al virus, una volta prodotto, senza essere scavalcati da altri acquirenti. Un sistema articolato, studiato per agevolare le grandi multinazionali che investono sulla ricerca, considerati i costi elevati di produzione e l’alto tasso di insuccesso, che renderebbero gli stanziamenti per un vaccino estremamente rischiosi per gli sviluppatori. Attraverso gli accordi preliminari di acquisto si consente così un investimento che altrimenti, con buona probabilità non sarebbe realizzato. In sintesi, un do ut des tra membri Ue e multinazionali che, a “prodotto finito”, non appena siano dimostrate la sicurezza e l’efficacia dell’antidoto, ne consentirà l’acquisto per conto degli Stati firmatari fino a 300 milioni di dosi, con una opzione per altri 100 milioni. Per questo, a partire dal 4 maggio 2020 la Commissione ha raccolto circa 16 miliardi, nell’ambito del programma denominato “Risposta globale al coronavirus”. Il tutto, si affrettano a rassicurare da Bruxelles, “con l’impegno che chiunque necessiti di un vaccino lo ottenga, ovunque nel mondo e non solo qui da noi”. In ogni caso, le notizie diffuse in questi giorni, tra l’inoculazione alla prima volontaria presso l’Istituto Spallanzani di Roma, l’apprezzamento di Sharon Stone all’Italia per l’impegno profuso nella sperimentazione, i comunicati del ministro della Salute Speranza, che con una estrema sintesi ha parlato della firma di un contratto tra il nostro Paese e AstraZeneca, contribuiscono a rafforzare l’immagine dell’Italia, così da non farla trovare impreparata rispetto ai nostri partner europei, attraverso tali accordi preliminari di acquisto, in cui le risorse erogate sono considerate un acconto sui vaccini che saranno effettivamente acquistati. Per saperne di più: https://ec.europa.eu/italy/news/20200814_accordo_preliminare_vaccino_it

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