Studio della Cattolica sugli ospedali post Covid-19

Riorganizzazione ospedaliera: le disposizioni del cosiddetto “Decreto Rilancio” – decreto legge numero 34, convertito in legge il 16 luglio 2020 – prendono forma in tutta Italia, con alcune eccezioni, tra cui il Lazio. Ė quanto emerge dall’Instant Report Covid-19, il monitoraggio settimanale che l’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari “Altems” della Facoltà di Economia dell’Università Cattolica di Roma, adotta per confrontare l’andamento della diffusione del virus su scala nazionale e nelle 4 regioni italiane più popolose e con il più alto tasso di contagi (60%) rispetto alle percentuali nazionali. Le Regioni, nella quasi totalità (80%) hanno deliberato piani di riorganizzazione dell’attività ospedaliera, che prevedono il potenziamento della rete di accoglienza e delle terapie intensive. Non hanno ancora risposto all’appello Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, Lazio e Sicilia. Le ultime due, pur non avendo ancora aderito alle previsioni del decreto, avevano in precedenza definito un piano di riorganizzazione per la fase 2. Per quanto attiene alle previsioni del dl 34 in tema di sanità, le disposizioni sono finalizzate a un complessivo rafforzamento del Servizio sanitario nazionale nelle diverse articolazioni: potenziamento dei servizi territoriali, implementazione della rete ospedaliera, sia sotto il profilo strutturale che sulle nuove alle assunzioni di personale. In ballo ci sono anche i contratti di specializzazione medica, che saranno potenziati con uno stanziamento complessivo di 3,2 miliardi di euro. Vengono poi disposte alcune proroghe di termini e l’estensione di alcuni benefici in ragione del perdurare dello stato di emergenza. In sostituzione degli ospedali Covid-19, approntati nella prima fase dell’emergenza, nel post pandemia acuta l’orientamento delle regioni è indirizzato alla creazione del sistema “Hub and Spoke” – letteralmente mozzo e raggi, per indicare il principio delle reti cliniche integrate – che prevede di concentrare i casi più complessi in strutture centrali (Hub) lasciando i casi meno gravi in ospedali periferici (spoke).

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