Fondi a pioggia in sanità. Al Gemelli 23 milioni

Sanità del Lazio, finanziamenti come se piovesse. In una conferenza stampa ricca di cifre, progetti, interventi e fondi, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha annunciato il nuovo piano per l’edilizia sanitaria, ricco di iniziative che saranno formalizzate con il “decreto di ammodernamento del sistema sanitario regionale”. Un provvedimento colmo di aspettative e denso di ostacoli, che in autunno dovrà passare al vaglio dei ministeri competenti, per poi essere sottoposto – per la parte riguardante l’edilizia sanitaria – alle forche caudine dell’Accordo di programma, quindi attivare le defatiganti procedure legate ai bandi di gara per avviare cantieri e acquisti e infine trovare attuazione con una tempistica impossibile, a tutt’oggi, da definire. La conferenza stampa, in un crescendo pirotecnico, ha evidenziato tutte le possibilità offerte dai fondi previsti dall’articolo 20 della legge 67 del 1988, attinente all’edilizia sanitaria e operativo per la cosiddetta terza fase. Risorse ferme da tempo che la Regione è riuscita a recuperare per proporre, al pari di altre regioni, “un nuovo modello di difesa del diritto alla salute dopo il Covid”, ha precisato il presidente, in una rassicurante narrazione, diffusa proprio nel giorno in cui la Regione Lazio è stata individuata come il territorio con il più alto indice di contagio (Rt 1,12) in Italia dovuto, secondo l’assessorato alla Sanità, ai focolai del San Raffaele e della Garbatella. Dei 110 milioni stanziati, il 37% saranno investiti in tecnologie all’avanguardia: tac risonanze magnetiche, angiografi. Il resto andrà nell’ammodernamento strutturale, la prevenzione antincendio – gran parte degli ospedali regionali non è ancora a norma – e quella antisismica, il potenziamento delle reti assistenziali, tra cui la neurologica, cardiologica, terapia intensiva neonatale. La fetta più ampia di finanziamenti, pari a 25 milioni se l’aggiudica l’Ifo con l’Istituto per i tumori Regina Elena che potenzierà la radioterapia e realizzerà la Proton terapia. Altri 12,6 milioni – 10 precedenti più 2,6 con il finanziamento attuale – vanno alla struttura privata Campus Biomedico per la realizzazione del nuovo pronto soccorso. Spiccano poi i 23 milioni attribuiti al policlinico Gemelli per le cosiddette reti “tempo dipendenti” e un nuovo corpo di fabbrica. Edifici che spuntano qua e là come funghi, spesso al centro di complessi già opprimenti. E altri cinque nuovi ospedali, in una regione che ha visto ben 16 ospedali chiusi, di cui alcuni ancora inutilizzati. Sebbene le risorse per Asl e ospedali siano consistenti, non ha mancato di destare perplessità il copioso stanziamento per il Gemelli e il Campus. “Finanziare strutture private credo sia un grave errore – ha dichiarato un manager sanitario di provata esperienza e fede politica di centrosinistra – un conto è pagare le prestazioni che erogano, altro è finanziare il loro rinnovamento e i loro investimenti. Si dà un pessimo segnale al pubblico e si distorce il mercato della sanità privata, favorendo gruppi religiosi a scapito della imprenditoria vera”. Ora si tratta di verificare i tempi e le future dotazioni, a patto che tanta abbondanza non si traduca in altrettante pratiche abbandonate negli uffici amministrativi, nell’incapacità di realizzare celermente. Per info sul piano:  http://www.regione.lazio.it/rl_main/?vw=newsDettaglio&id=5615

Nella foto: lavori in corso al San Filippo Neri

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