Psichiatria, la Regione Lazio snobba il Consiglio di Stato

Una sentenza ignorata, 11 milioni e mezzo da restituire, 700 pazienti psichiatrici e le loro famiglie in difficoltà. Con il pronunciamento 8608 del 19 dicembre 2019, la Terza sezione del Consiglio di Stato ha vanificato due provvedimenti della Regione Lazio relativi ai costi per l’assistenza nelle strutture riabilitative socio assistenziali, per pazienti seguiti nell’arco delle 12 o 24 ore, attribuiti nella misura del 60 per cento alle famiglie degli assistiti e ai comuni di residenza. Il decreto 562 del 2015, firmato dal presidente Nicola Zingaretti in qualità di commissario ad acta per la sanità e la delibera di giunta 395 del 2017, sono stati annullati dalla suprema magistratura amministrativa ma, a tutt’oggi, gli uffici regionali non hanno dato esecutività al provvedimento e le famiglie sono sul piede di guerra. Tutto nasce con la riconversione delle cliniche neuropsichiatriche, riorganizzate nel 2013 – grazie a una decisione della Conferenza Stato Regioni – in tre moduli: a bassa, media e alta intensità assistenziale. Inizialmente, soltanto nel primo caso era prevista la compartecipazione alle spese, per pazienti seguiti soltanto in determinate fasce orarie. Le disposizioni regionali del 2015 e del 2017, influenzate dalle necessità di “cassa” per sanare il deficit in bilancio, hanno da subito incontrato la ferma opposizione di molti comuni messi in difficoltà, tra questi Roma Capitale che ha promosso ricorso avverso alla Regione, alla presidenza del Consiglio dei ministri, al ministero della Salute. I magistrati di palazzo Spada non hanno avuto dubbi: il diritto alla salute e alla garanzia dei livelli essenziali di assistenza ha avuto partita vinta sulle esigenze di bilancio dell’ente locale così, la Regione si trova a dover risarcire famiglie e comuni in quanto la sentenza è retroattiva. I tempi però si sono dilatati e un diritto esigibile ha assunto i connotati di una concessione ma i cittadini, appoggiati dai propri legali, hanno intenzione di andare fino in fondo.

Commenti Facebook:

Commenti