Tour ospedali del Lazio “per la sanità pubblica”

Sanità, una privatizzazione strisciante che vede il Lazio secondo solo alla Lombardia, quanto a strutture accreditate. In pochi ricordano uno dei primi atti di governo di Nicola Zingaretti, insediato da poco alla presidenza della Regione Lazio, che il 24 luglio 2014 sigla un protocollo con l’allora governatore della Lombardia Roberto Maroni, per unificare i due sistemi sanitari. Non lo hanno dimenticato i rappresentanti del movimento “Potere al popolo”, che il 23 maggio hanno organizzato flash mob davanti alcuni ospedali della regione – Latina, Frosinone, Ostia e Tor Vergata –  alcuni assurti a simbolo, come il Forlanini chiuso dal 30 giugno 2015 e abbandonato al degrado. “Contro lo smantellamento e la privatizzazione” la parola d’ordine, convinti che “il modello privatistico e regionalizzato non sia in grado di garantire la salute”. I militanti, bandiere striscioni e fischietti, non hanno messo in secondo piano “lo sforzo di centinaia tra medici, infermieri, operatori sanitari che con il loro sacrificio hanno permesso ai cittadini di tornare alla vita normale”, scrivono in un comunicato diffuso sui social, criticando le scarse risorse previste per il personale nell’ultimo provvedimento della presidenza del Consiglio dei ministri. “Il sistema aziendalista ha fallito e la regione Lazio ‘modello Zingaretti’ ha visto ospedali di grande valore quali il San Giacomo e il Forlanini chiusi e abbandonati senza alcuna idea di utilizzazione”. I manifestanti hanno inoltre puntato l’indice contro l’eccessivo ricorso agli esterni nella fornitura dei servizi ospedalieri, gli investimenti regionali per strutture private e religiose, l’utilizzazione in sanità delle cooperative di lavoratori spesso sottopagati e vessati in mille modi. “Crediamo in una sanità pubblica, accessibile, inclusiva, non confessionale e senza discriminazioni. Soprattutto non spinta da interessi dei privati”, sostiene la ginecologa Elisabetta Canitano, tra le promotrici della manifestazione, insieme a Francesca Perri, medico dell’emergenza 118. “Vogliamo una sanità realmente attenta alla salute dei cittadini e ai diritti dei lavoratori”, aggiungono “con l’abbandono di ogni vincolo di bilancio, come imposto dagli ultimi governi e dalla Unione europea. Ci opponiamo – chiosano – ad ogni forma di regionalismo differenziato e privatizzazione del servizio sanitario nazionale”.  

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