Ė di Rieti Agostina, santa patrona degli infermieri

La chiamavano “professora” per i successi scolastici. In realtà, Agostina Pietrantoni al secolo Livia, manifestò fin da bambina una profonda vocazione religiosa e una dedizione agli altri che la portò a diventare una valente e coraggiosa infermiera, che pagò con la vita la sua vocazione. Per questo il 18 aprile 1999 fu proclamata santa da Giovanni Paolo II e divenne patrona della categoria. Era il 29 aprile 2003 e oggi 12 maggio 2020, Giornata internazionale dell’infermiere, la sua opera è stata evocata in più occasioni. Agostina morì a 30 anni sul lavoro, nel 1894, colpita da Giuseppe Romanelli malato di tubercolosi e violento, che la santa di Pozzaglia Sabina perdonò in punto di morte. Sarebbe facile fare paralleli con le vicende attuali, storie di Covid e contagi, di sofferenza e dedizione. Come è facile paragonare gli infermieri ad angeli o eroi, definizione che molti di loro rifiutano, accettando soltanto di essere riconosciuti come professionisti. Noi siamo con loro, confortati dalle parole di Barbara Mangiacavalli, presidente Fnopi, la Federazione degli ordini infermieristici. “Non siamo eroi ma professionisti – ha dichiarato – e in questa emergenza sanitaria abbiamo dato disponibilità, impegno, dedizione, mettendo al primo posto la sicurezza dei malati e dei nostri affetti, scegliendo in molti l’autoisolamento per preservare le nostre famiglie”. Sospese le celebrazioni nazionali, a Roma un omaggio particolare ai professionisti dell’assistenza è arrivato dal policlinico Tor Vergata, con l’allestimento di una mostra che li vede protagonisti, nei momenti topici di questi mesi sofferti. Poi il valore universale della musica, con la violinista Fiamma Flavia Paolucci che nell’atrio dell’ospedale universitario con le sue armonie ha incantato tutti i presenti. In mascherina e nel rispetto delle distanze di sicurezza.     

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