Rsa Rocca di Papa: è ancora “zona rossa”

Con una ordinanza regionale del 27 aprile, sono state prorogate le misure di contenimento e sorveglianza per la residenza sanitaria assistenziale di Rocca di Papa, una delle strutture del Lazio in cui i contagi da coronavirus hanno lasciato il segno. Dal 15 al 27 aprile la Rsa è stata oggetto di grande attenzione da parte della Asl Roma 6, considerato che i positivi al Covid-19 dagli ultimi rilevamenti sono risultati 161, di cui 40 operatori e i decessi sono arrivati a 8. Un numero allarmante, tanto da indurre le autorità sanitarie regionali a effettuare in quel lasso di tempo controlli e ispezioni un giorno si e l’altro pure. I sopralluoghi, che hanno visto alternarsi i servizi ispettivi dell’azienda sanitaria con i componenti della commissione Audit per “valutare l’adeguatezza del sistema gestionale e operativo in grado di prevenire, o ridurre al minimo, i rischi connessi alla diffusione della Pandemia da virus Sars-CoV2”, hanno evidenziato numerose criticità all’interno, sebbene i vertici della clinica sostengano di aver osservato tutte le disposizioni impartite dagli esperti e dai responsabili regionali. Numerosa la corrispondenza intercorsa con tutte le prescrizioni: in due note della azienda sanitaria del 17 aprile, si indicano le misure di separazione di pazienti e i percorsi distinti tra infetti e non, la gestione del materiale, degli accessi, la vestizione del personale e l’ingresso dei fornitori. Il controllo quotidiano degli operatori e del numero dei degenti, secondo quanto riportato dalla documentazione della Regione Lazio, ha evidenziato “la necessità che fossero immediatamente applicate tali misure”. Gravi inosservanze quindi, secondo quanto certificato dalla direzione dell’assessorato Sanità del Lazio che hanno provocato due diffide. La prima il 16 aprile nei confronti del direttore sanitario che, secondo l’ente locale, non avrebbe titoli idonei a ricoprire l’incarico, l’altra il 22 aprile – con ricezione il 23 – con cui si sollecita ancora una volta “l’attuazione delle misure regionali dettate allo scopo di ripristinare le procedure di prevenzione, contenimento e gestione dei focolai da Sars-CoV2 entro e non oltre il 27 del mese”.  Ė stato l’ulteriore sopralluogo del 25 a far precipitare la situazione. L’ispezione ha rivelato “la parziale attuazione delle prescrizioni e il mancato aggiornamento del manuale delle procedure operative sanitarie”. Troppo per non intervenire in maniera drastica in un contesto sul quale anche la procura di Velletri ha deciso di far luce. 

Commenti Facebook:

Commenti