Mascherine inviate in Cina in piena emergenza Covid-19

“Venerdì 14 febbraio è partito dalla base di pronto intervento delle Nazioni Unite di Brindisi un volo per Pechino, organizzato dal ministero degli Affari Esteri e dalla cooperazione internazionale, con un carico prezioso: 18 tonnellate di mascherine e tute di contenimento, per affrontare l’emergenza sanitaria in Cina nelle aree più colpite dal Coronavirus Covid-19. L’operazione, secondo il ministero degli Esteri, si inquadra nei rapporti di cooperazione internazionale. In piena emergenza da contagio, il governo italiano avrebbe così privato la nostra sanità di strumenti essenziali di protezione”. Questo in sintesi, il testo di una interrogazione presentata dal gruppo di Forza Italia della Camera dei Deputati, che si sofferma sul tempismo di tale operazione. “Il 31 gennaio 2020 il governo italiano dichiarò lo stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili, provvedimento pubblicato in Gazzetta ufficiale il 1° marzo – continua il documento – mentre dagli ospedali, dalle forze dell’ordine e dai farmacisti, che hanno dovuto affrontare la difficoltà di reperire proprio le tipologie di materiali spediti in Cina, arrivava un appello per l’urgente rifornimento di tali strumenti di protezione, per giorni introvabili con evidenti problematiche nella distribuzione agli operatori che sono in prima linea. In Italia i dispositivi hanno cominciato a scarseggiare da subito e la loro mancanza costituisce anche oggi un grande problema nell’affrontare la diffusione del virus Covid-19”. In sintesi, i deputati di Fratelli d’Italia chiedono al ministro competente come sia stato possibile che, nonostante la consapevolezza dell’emergenza in corso, in data 16 febbraio 2020 sia arrivato a Pechino il cargo con diciotto tonnellate di materiale sanitario in Cina, rallentando così la fornitura ai sanitari italiani, tra cui, a tutt’oggi, risultano più di 6.000 contagiati.

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