Fondi: migliaia di cittadini manifestano per il loro ospedale. “La Regione ci ripensi e blocchi i tagli”

“Non molliamo, la nostra battaglia andrà avanti finché il San Giovanni di Dio non tornerà ad essere un ospedale efficiente”. Sono decisi i cittadini di Fondi e dintorni, che il 20 febbraio hanno manifestato numerosi contro la Regione Lazio, che accusano di aver depauperato il loro nosocomio mettendo in difficoltà un vasto bacino di utenza. Oltre a Fondi, i cittadini dei centri di Lenola, Monte San Biagio, Sperlonga, Pico, Pastena, Vallecorsa, Campodimele e Itri – pari a più di 70mila residenti – fanno riferimento a quella che fino a qualche anno fa era considerata un’ottima struttura, dotata di pronto soccorso, radiologia con Tac, laboratorio analisi, un reparto di medicina con 25 posti letto, chirurgia, ginecologia e ostetricia, neonatologia, pediatria, una sala operatoria e ambulatori di cardiologia, broncopneumologia, oculistica, dermatologia  e servizio domiciliare per i pazienti. Poi un atto aziendale del 2017 ha dettato nuove regole: non più piccoli ospedali nei centri minori, razionalizzazione e assistenza per “intensità” di cure, con settori mono specialistici e continue, contraddittorie proposte per la struttura in questione, che di volta in volta ha visto smantellati reparti e servizi. Fino ad oggi, con la chiusura del reparto di chirurgia
nonostante la presenza di tre sale operatorie funzionanti e il blocco dei ricoveri in medicina che ha gettato nello sconforto migliaia di residenti. “Sono mesi – spiegano all’unisono i cittadini – che dobbiamo rivolgerci altrove; neanche la recente assunzione di 32 medici a tempo indeterminato ha risolto i problemi in quanto i dottori sono stati inviati in altre strutture”. Così anziani, studenti, amministratori comunali, esponenti politici locali e molti operatori sanitari hanno aderito all’appello del comitato “pro ospedale di Fondi” e con striscioni e manifesti, partiti da piazza San Pietro si sono diretti sotto il San Giovanni di Dio. “La tutela della salute pubblica non si baratta. Basta tagli indiscriminati”, hanno sottolineato molti utenti dell’ospedale che, ci dicono “paradossalmente, in una regione che promuove gli screening del colon retto come prevenzione dal tumore depotenzia il servizio di colonscopia”.

 

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