Ospedale San Giovanni di Roma: panchina rossa contro la violenza sulle donne, aspettando l’8 marzo

Rosso: un colore che evoca sangue, violenza, ferite. Un segno permanente per sancire con forza il contrasto alla brutalità contro le donne, cresciuta in maniera esponenziale negli ultimi tempi. La panchina cremisi è stata collocata questa mattina, 7 febbraio – a un mese dalla celebrazione dell’8 marzo – nel giardino dell’ospedale San Giovanni di Roma, vicino al pronto soccorso, a cui le vittime di violenza si rivolgono, spesso con dichiarazioni omertose, riferendo le aggressioni subite a incidenti domestici, cadute o possibili infortuni. Così, l’azienda San Giovanni Addolorata aderisce al progetto “Panchine rosse” che ha preso il via il 25 novembre 2017, Giornata internazionale di contrasto alla violenza di genere, quale vincitore del bando indetto dal ministero per le Pari Opportunità con cui si finanziano azioni in aiuto delle donne per 10 milioni di euro. Da allora numerosi comuni italiani hanno aderito; nel Lazio, agli ospedali Riuniti di Anzio e Nettuno le panchine rosse sono addirittura due. Quella del San Giovanni però ha una peculiarità che la rende unica: una targa su cui è impressa la frase “L’amore non uccide”, che nella sua essenziale durezza vuol rappresentare un antidoto all’indifferenza. Particolare attenzione, nel progetto “Panchine rosse” è rivolta a migranti e rifugiate, detenute, donne minacciate sul piano economico; le risorse sono destinate anche a progetti di sensibilizzazione, prevenzione, educazione sia femminile che dei partner. Proprio in questi giorni, al Consiglio regionale del Lazio, è in discussione una contestata proposta di legge che prevede stanziamenti per trovare alloggi a mariti e/o compagni violenti, allontanandoli dall’abitazione di famiglia. E la panchina è solo la più recente testimonianza di adesione e vicinanza all’universo femminile. Il nosocomio romano da tempo ha messo a punto uno specifico protocollo per accogliere le vittime di brutalità con un percorso clinico-assistenziale dedicato, con accesso, spazi riservati, la totale riservatezza e la cosiddetta “figura rosa” impersonata da una infermiera o ostetrica che guida l’assistita per tutto l’iter diagnostico e riabilitativo.  Ed è stato un 25 novembre particolare, quello del 2019 per la Regione Lazio, che ha celebrato la Giornata contro la violenza di genere approvando un decreto, a firma del presidente Zingaretti – commissario ad acta per la sanità – contenente le linee guida per Asl e ospedali alle prese con tali cruenti episodi.    

 

 

 

 

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