Ordine dei Medici di Roma: “fine commissariamento, ora occorre il rilancio della sanità pubblica”

Antonio Magi

Con un comunicato che fa dell’antitesi il leit-motiv, l’Ordine dei Medici di Roma, plaude all’uscita dal commissariamento della Regione Lazio e spera in un rilancio del servizio pubblico. “Zingaretti ha lavorato bene – esordisce il presidente Antonio Magi – ma chiediamo il rilancio della sanità, ora non ci sono più scuse. Dodici anni in piano di rientro – continua – hanno rischiato di mettere in ginocchio la sanità del Lazio. Grazie all’impegno dei medici e al sacrificio dei cittadini che hanno pagato il prezzo più alto l’obiettivo dell’uscita dal commissariamento sembra ora a portata di mano”. Dovrebbe essere imminente la ratifica del decreto approvato in Conferenza Stato-Regioni da parte del Consiglio dei ministri ma la strada è discesa. “Ora si attendono progetti e investimenti” sostiene il vertice dell’Ordine ma, in tal caso, la strada è in salita. La Regione deve infatti riportare in positivo il cosiddetto “Fondo di dotazione”, ovvero recuperare 889.922.3719,26 euro che risultano in disavanzo causa la riforma contabile del sistema sanitario nazionale del 1992 e che si traducono in restituzioni di 91 milioni di euro l’anno fino al 2032. Nel rendere atto al presidente Nicola Zingaretti “di essere riuscito ad invertire il disavanzo economico e a chiudere  una stagione negativa del servizio sanitario regionale”, Magi ha rammentato ancora una volta quanto “questo obiettivo sia stato raggiunto anche grazie al sacrificio dei cittadini che hanno pagato il prezzo più alto in termini di disservizi e all’abnegazione dei medici, che hanno continuato a svolgere in maniera eccellente il proprio lavoro, malgrado i tagli e il blocco delle assunzioni”. Ciò che chiede l’organismo dei camici bianchi, in primo luogo è una  programmazione in grado di far ripartire le assunzioni e il rilancio degli investimenti strutturali”. Non si trascura, nel comunicato del presidente, l’importanza dell’assistenza territoriale che richiederebbe “una maggiore attenzione a cominciare dalle cronicità, con conseguente presa in carico del paziente”. Uguale attenzione è rivolta alla assistenza domiciliare, punto di sofferenza in molte Asl, che necessita di risorse e di una nuova programmazione al fine di rispondere pienamente ai bisogni assistenziali dei cittadini più fragili. 

 

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