Punti di primo intervento declassati: comuni e comitati cittadini presentano ricorso al Tar

La salute non si tocca e il diritto a essere assistiti tempestivamente, in caso di emergenza, non può essere affievolito. Con tali motivazioni le amministrazioni comunali di Cisterna e di Cori, insieme a numerosi comitati cittadini, hanno presentato ricorso avverso il provvedimento della Regione Lazio – decreto del commissario ad acta Nicola Zingaretti numero 303 – pubblicato il 13 agosto 2019, con cui si trasformano i punti di primo intervento (Ppi) in punti di assistenza territoriale (Pat). Non solo una differenza terminologica ma sostanziale, connotata dal declassamento dei primi che da presidi di assistenza in situazioni di urgenza diventano “garage” per le ambulanze, cui spetta il trasporto dei casi gravi nel nosocomio più vicino. Il provvedimento, prende le mosse in base al decreto 70 del 2015, firmato dall’ex ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che prevede che tutti i presidi territoriali – che sostituivano i pronti soccorsi soppressi nel nome del risparmio – diventino semplici autoparchi con il solo equipaggio di ambulanza ad assistere i casi gravi da trasportare in ospedale. Nel caso della provincia di Latina si tratterebbe di passaggio al Santa Maria Goretti, con il pronto soccorso in questi giorni in grande affanno, per cui è stato lanciato un allarme dal consigliere regionale Giuseppe Simeone (Fi), presidente della commissione Sanità. “Il Goretti di Latina – ha dichiarato Simeone – ha prodotto numeri in termini di accessi, paragonabili al Gemelli, al Policlinico Casilino, a Tor Vergata, all’Umberto I e al San Camillo. Con una differenza: nei grandi ospedali romani ci sono maggiori spazi”. Sullo stesso tema, il 13 maggio 2019 fu approvata alla Pisana una mozione della Lega, con cui si sosteneva il potenziamento dei punti di primo intervento che, a quanto pare è rimasta lettera morta. Attualmente, grazie al ricorso, negli ambulatori di Cisterna e Cori è garantita la presenza di un medico e di un infermiere nell’arco delle 24 ore “ma la situazione dell’assistenza in emergenza e urgenza è critica”, spiega Franco Brugnola, portavoce del comitato dei ricorrenti. “La decisione di trasformare i Ppi   non assicura il rispetto del livello dell’emergenza sanitaria territoriale – continua – e il servizio di trasporto da parte dell’Ares 118 non è adeguato, a causa di un bando di potenziamento del servizio revocato 15 giorni dopo la sua approvazione”.  
  

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