Nomine Asl, la trasparenza è un optional

Concorsi blindati, incarichi dubbi, promozioni per soggetti privi di titoli e competenze professionali

Nomine e incarichi Asl: il porto delle nebbie. Da anni il tema è oggetto di interesse, per una supposta opacità delle procedure di assegnazione di posti di responsabilità ma nessuno finora ha squarciato il velo. Le segnalazioni fioccano, illustriamo qualche esempio. Interrogazione 375 del 3 giugno, presentata dal capogruppo della Lega alla Pisana Orlando Tripodi (nella foto), sulla nomina di responsabile dei servizi infermieristici e ostetrici della Asl Roma 2. Tutto parte nel 2013, con gli atti riferiti all’incarico non pubblicati sul sito aziendale, come impone la legge 33 del 2013 sulla trasparenza nelle pubbliche amministrazioni, tanto da far supporre che il professionista incaricato sia privo di titoli riferiti all’anzianità di funzione, in spregio alle norme sulle posizioni dirigenziali e al contratto. Analoga situazione al Sant’Andrea dove, secondo l’interrogazione 9 del 2018 di Chiara Colosimo (FdI), il direttore dell’azienda ospedaliera avrebbe assegnato ‘posizioni organizzative’ (incarichi triennali di responsabilità, ndr) senza rendere note le valutazioni della commissione di esame, negando ai sindacati l’accesso agli atti. Più vicina nel tempo ma ugualmente problematica, la nomina nel gennaio scorso di un dirigente per la funzione di “Addetto stampa” alla Asl Roma 1, profilo professionale inesistente nell’ambito della sanità pubblica in cui gli addetti stampa appartengono alla categoria D di “collaboratore”. Tra i commissari d’esame l’interrogazione 299 di Roberta Lombardi, individua due membri privi di idonei titoli, così come la portavoce del M5s “non comprende come la vincitrice abbia acquisito ‘l’ottima esperienza’, avendo conseguito l’iscrizione all’Albo dei giornalisti soltanto sei mesi prima del concorso”. Anche qui, in Regione e Asl muro di gomma.

 

Commenti Facebook:

Commenti