“All’Umberto I sanità a due velocità”

Il racconto dei dipendenti sulla “corsia preferenziale” riservata a Matteo Richetti investito

Sono le 9 e 30 del 3 aprile. A Roma, in via del Tritone, il senatore Pd Matteo Richetti è investito da un’auto Ncc – noleggio con conducente – e trasportato immediatamente al policlinico Umberto I. Gli viene assegnato un codice rosso, che indica la massima gravità e nel grande nosocomio romano, dopo gli accertamenti di rito trova un posto letto in terapia intensiva trapianto organi. Nello stesso pronto soccorso, da quattro giorni una signora con cinque costole rotte e un “emotorace massivo” giace su una malmessa barella. La sua patologia è un’urgenza medica a tutti gli effetti. Il versamento ematico nella cavità pleurica conduce velocemente a uno stato di shock, mettendo a rischio la sopravvivenza ma questo non è sufficiente a trovarle il posto letto in chirurgia o in qualsiasi altro reparto ne abbia a disposizione come, al contrario, è accaduto per il senatore.

Il parlamentare, oltre alle immediate cure – che comunque sono di prammatica per un codice rosso – riceve presto la visita del direttore generale dell’ospedale che arriva insieme agli esponenti Pd Maurizio Martina e Marianna Madia. Fortunatamente, e nonostante il codice di massima urgenza, Richetti non ha nulla di grave ma, secondo i presenti, per lui in due ore “è spuntato quel letto che altri attendono da giorni, inducendolo nell’errata convinzione che il pronto soccorso sia un modello di efficienza e rapidità. Magari – è l’amara osservazione di un operatore – una nottata di attesa, in mezzo al popolo che egli rappresenta, l’avrebbe avvicinato di più alla vita di chi non ha corsie preferenziali”.

 

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