Vendita ospedale San Giacomo. Critiche di Fassina e su Facebook l’indignazione dei cittadini

Ospedale San Giacomo, l’antico nosocomio fondato nel XIV secolo, vincolato all’esclusivo uso sanitario nel 1601 dal cardinale Antonio Salviati, chiuso il 31 ottobre 2008 dalla Regione Lazio guidata da Piero Marrazzo, potrebbe essere venduto entro breve.Alla cifra di 61 milioni – circa 2 mila euro a metro quadro nel pieno centro di Roma – grazie a un provvedimento di alienazione regionale e a una norma della legge di bilancio statale, che permette il cambio di destinazione d’uso degli immobili da immettere sul mercato, ancorché di pregio. E sono scintille. Alle critiche di Stefano Fassina, parlamentare di Sinistra italiana e consigliere capitolino, risponde l’assessore alla Sanità regionale Alessio D’Amato, accusandolo di “visione elitaria, perché si è chiuso il San Giacomo per potenziare le periferie romane, tenendo conto che nell’area centrale di Roma vi è il doppio dei posti letto previsti dalle norme nazionali (2,5 per mille abitanti, media nazionale 3,7 – ndr) e pertanto non vi è alcuna carenza di natura ospedaliera”. Non si sono fatte attendere le risposte dei cittadini su facebook, riferite alle lunghe attese in pronto soccorso prima di essere ricoverati e ai criteri con cui fu “brutalmente chiuso il San Giacomo, facendo riferimento a immaginari posti letto che si sarebbero resi disponibili, calcolati su un fantomatico ospedale al quartiere Talenti, a nord di Roma, che non ha mai visto la luce”. “Riproporre oggi questa discussione è fuorviante – significherebbe riaccentrare in centro storico funzioni date alle periferie”, ha concluso l’assessore, tra le proteste delle migliaia di impiegati, anziani, turisti che ogni giorno transitano e/o risiedono nel centro di Roma.

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