Salute dei migranti: assistenza e formazione

Bilancio di fine anno della Consulcesi onlus e programmi di aiuto ai soggetti fragili nel mondo            

Si chiama “Sanità di frontiera” il progetto destinato ai medici che assistono i migranti che sbarcano sulle nostre coste. Un impegno di Consulcesi, da tempo attiva nell’aiuto ai soggetti fragili, in particolare bambini di tutto il mondo, specie nella parte dell’emisfero che è in perenni difficoltà. Il progetto ha il sostegno della Santa Sede mediante l’Obolo di San Pietro ed è stato illustrato dal presidente Massimo Tortorella direttamente a Papa Francesco. Ideato dai rappresentanti dell’Osservatorio internazionale della salute (OIS), divenuto di recente “Sanità di frontiera – salute senza confini onlus”, il corso di educazione continua in medicina si è subito concentrato sulla salute dei migranti e ha assunto la denominazione “Salute e migrazione: curare e prendersi cura”, che ha ottenuto il patrocinio della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo). Grazie all’apporto di quest’ultima, i medici italiani potranno fruire delle lezioni in modalità “formazione a distanza”, consentendo agli stessi di non abbandonare le operazioni di soccorso e assistenza nei porti. Molteplici, durante il 2018 sono stati gli impegni di Consulcesi in aiuto agli “ultimi”, riassunti in tre grandi filoni: assistenza sanitaria, impegno sociale, formazione. Un tour continuo dei volontari dall’Asia all’Africa, senza dimenticare i bisognosi dell’Europa, che vivono nelle nostre città a pochi passi da noi. Attraverso l’iniziativa “Unità Mobile”, l’organizzazione ha supportato i bisogni di salute e benessere di migranti che dimorano in alcuni insediamenti ricavati in tendopoli improvvisate a Roma. Analoga iniziativa a Rosarno, in provincia di Reggio Calabria, dove l’Unità mobile è intervenuta nella tendopoli allestita a San Ferdinando.

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