Anagni, la mobilitazione non si ferma

Raccolte più di 20mila firme contro la chiusura del punto di primo intervento. Sostegno dei sindaci

Non si placano le polemiche per la chiusura del punto di primo intervento dell’ospedale di Anagni, città rimasta priva dell’assistenza in emergenza. In estate numerose sono state le situazioni critiche a cui il presidio ambulatoriale attuale non ha potuto dare risposte. Il 19 luglio la morte di una signora per shock anafilattico provocato dalla puntura di un calabrone. Pochi giorni fa, il 27 agosto, il malore di una musicista che si stava esibendo nel palazzo comunale, trasportata d’urgenza al pronto soccorso di Colleferro. E un continuo stato di agitazione dei cittadini, timorosi di non poter essere assistiti in modo appropriato in caso di urgenza. Per questo è partito un appello da parte del comitato “Salviamo l’ospedale di Anagni” che volentieri raccogliamo. “Dopo l’abbattimento dell’ultima struttura di emergenza/urgenza – è scritto nella nota – l’unico servizio efficace, il punto di primo intervento è stato sostituito, agli stessi costi, con il nulla…qualcosa che non risponde alle esigenze della città e dei comuni limitrofi”. Da sempre in lotta per il ripristino dei servizi sanitari nel nord della Ciociaria, il comitato indica come primi responsabili la Regione Lazio e la direzione della Asl di Frosinone, puntando l’attenzione sull’impossibilità di molti cittadini a curarsi nel pubblico favorendo “l’accesso ai privati soltanto a chi può permetterselo”. Ed è immediato il riferimento al taglio dell’assistenza sanitaria per i cardiopatici cronici ultrasettantenni della provincia di Frosinone, a cui la Asl avrebbe bloccato le cure. Dal 2 agosto scorso, quando una imponente manifestazione ha visto migliaia di cittadini in corteo per le strade della città, i residenti sono in stato di agitazione, appoggiati dai sindaci di sette comuni limitrofi. “Unità d’azione, attivismo, corretta informazione”, sono i punti programmatici del comitato da portare avanti in nome della “importante risposta politica data con la manifestazione”.

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