Anagni: “Ridateci il pronto soccorso”

Sanità ciociara decimata: il 15 chiude il punto di primo intervento e il 118 si accorpa a Latina

Sanità del Lazio, continuano i tagli lineari. La scure che da anni si abbatte sui servizi va avanti implacabile e il 15 luglio, se non interverranno novità, colpirà il punto di primo intervento (Ppi) di Anagni, sostituito da un meno rassicurante presidio ambulatoriale territoriale, nel già declassato ospedale della città dei Papi. Ed è giallo sulla decisione, caratterizzata da uno scontro tra il portavoce regionale del Movimento 5 stelle, vicepresidente della commissione Sanità Loreto Marcelli e il direttore sanitario della Asl di Frosinone Eleuterio D’ambrosio. Motivo del contendere un decreto del 2010 della giunta Polverini cui il vertice aziendale attribuisce la responsabilità della soppressione del Ppi, negata invece da Marcelli, che sostiene come il provvedimento disponesse la realizzazione del “Polo ospedaliero unificato Alatri-Anagni-Frosinone”, con incluso il servizio di emergenza. La mobilitazione è generale: dai sindacati medici ai cittadini, tutti contro l’incomprensibile decisione regionale, in un territorio con 80mila residenti il cui ospedale negli anni ha subito un sistematico depauperamento perdendo il pronto soccorso – la cui riapertura è oggi richiesta a gran voce dalla collettività ­– e tutte le specialità che facevano del nosocomio un punto di eccellenza, in un territorio che presenta molte criticità. Un casello autostradale, la ferrovia, numerose fabbriche e un elevato tasso di inquinamento, per la presenza della vicina discarica di Radicina, determinano una emergenza ambientale di cui i decisori politici sembrano non tenere conto. E a breve D’Ambrosio sarà convocato in commissione sanità della Pisana, per illustrare il provvedimento su cui si fonda la decisione di privare i cittadini di un servizio essenziale.

 

Dal frusinate va via anche il 118

Ormai è fatta: con una delibera del 28 giugno scorso, le centrali operative del 118 di Frosinone e Latina si unificano, creando il polo unico di emergenza sanitaria Latina-Frosinone, con trasferimento di tutta la struttura del frusinate nel capoluogo pontino. Molte le perplessità, per prima la Cgil che “apprezza l’unificazione organizzativa ma non quella operativa”.

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