Il Codacons diffida le Asl sulla prevenzione

L’associazione chiede il ripristino della gratuità per l’esame istologico che individua i tumori

E’ partita il 31 luglio, indirizzata alla direzione delle Asl Roma 1, Roma 2 e Roma 3, la diffida del Codacons, l’associazione che da anni si batte per la tutela dei diritti dei cittadini, contro quella che ritengono una ingiusta esclusione dalle prestazioni garantite dal Servizio sanitario regionale di un esame fondamentale per la diagnosi precoce dei tumori o di altre gravi malattie: l’esame istologico con biopsia del campione prelevato. Tutto parte dal nuovo nomenclatore tariffario, un elenco di prestazioni sanitarie che include i cosiddetti “Livelli essenziali di assistenza”, cure imprescindibili che il Servizio sanitario pubblico e le Asl regionali devono fornire ai cittadini senza aggravio di spesa. Nel poderoso documento – che dal 1996 era rimasto invariato – e che il ministero della Salute ha rinnovato con grande clamore mediatico, non è prevista la fruizione gratuita dell’esame istologico, definito dal Codacons importante per “osservare al microscopio un campione di tessuto prelevato da una parte del corpo, in cui si sospetta lo sviluppo di un tumore o altra malattia, tramite una biopsia oppure da un pezzo asportato in sala operatoria, che permette di verificare se le cellule sono tumorali, benigne o maligne”. Così l’associazione, riferendo sulla disparità di trattamento tra i cittadini di altre regioni, come ad esempio il Veneto in cui si fruisce gratuitamente di tale indagine, diffida la Regione Lazio e le Asl di Roma, ai sensi dell’articolo 2 della legge 241 del 1990, “a considerare gli esami istologici quali prestazioni erogabili dal servizio sanitario nazionale e a garantire ai cittadini la possibilità di usufruire di tali esami senza ulteriori oneri a loro carico”.

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