Castel di Decima: l’abusivo sfratta la Asl

1_3La sede per 11 donne provenienti dagli ex ospedali psichiatrici giudiziari trasferita da Roma a Rieti

Doveva diventare una “struttura sanitaria residenziale terapeutica alternativa agli ospedali psichiatrici giudiziari (Opg)”, individuata dopo una attenta valutazione dei tecnici regionali dell’area investimenti in edilizia e tecnologie sanitarie. In realtà, dell’edificio di via Clarice Tartufari civico 82, in zona Castel di Decima, attigua a Tor de’ Cenci, resta soltanto uno stabile malmesso in pieno abbandono, circondato dal degrado. L’abbandono in verità non è totale: la notte, nella parte più alta dell’edificio le finestre si illuminano e di giorno, tra carcasse di auto abbandonate e masserizie varie, un maestoso cane da guardia si para minaccioso davanti a chiunque osi avvicinarsi. La sorprendete verità, viene fuori il 20 febbraio, proprio nel giorno in cui il ministro della Salute Beatrice Lorenzin annuncia trionfante il superamento dei contestati Opg, con la creazione in tutta Italia di 30 strutture sanitarie residenziali denominate Rems (residenze per l’esecuzione di misure di sicurezza), pari a 604 posti disponibili con 569 persone attualmente ospitate. Un risultato che parte dalla legge 9 del 2012, per il superamento degli Opg e che la titolare del dicastero giudica eccezionale, cui mancano soltanto i presidi di Empoli e Caltagirone mentre la Regione Lazio ha rispettato in modo egregio la tabella di marcia. Lo stop determinato dall’occupazione abusiva dell’edificio appartenente alla ex Asl Roma C oggi Roma 2, che un tempo ospitava un presidio sanitario e ora è in via di dismissione, è stato superato utilizzando una struttura di Rieti, con una discreta lievitazione dei costi, pari 696.000 euro. Nella relazione inviata ai tecnici regionali, la Asl scrive: “L’Azienda Sanitaria Locale Roma C ha rilevato che i già noti problemi correlati all’occupazione abusiva della struttura destinata alla Rems non possono presentare margini temporali certi di soluzione per la difficoltà di reperire una soluzione locativa alternativa in tempi brevi per gli occupanti” ovvero, il servizio pubblico alza bandiera bianca di fronte a un abusivo che non si è in grado di allontanare. Evidentemente si tratterà di persona intoccabile e inamovibile. Di fatto, tutte le premesse annunciate nel corposo decreto del commissario ad acta del luglio 2013, hanno dovuto subire una “rimodulazione”, sconfessando la volontà di creare per i pazienti condizioni ottimali e di vicinanza al contesto familiare.

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