Lea, le nuove prestazioni irrinunciabili

repubblica-tutelaAggiornato l’elenco dell’offerta nel segno della innovazione tecnologica. 110 nuove malattie rare

Lea, ovvero livelli essenziali di assistenza: è conto alla rovescia per arrivare al più presto alla loro approvazione. Dopo l’intesa siglata in Conferenza Stato-Regioni il 7 settembre, il testo dei 64 articoli con i dieci voluminosi allegati è ora al vaglio delle Commissioni Igiene e sanità del Senato e della Affari sociali della Camera.

Così, dopo 16 anni di stasi, le prestazioni assistenziali che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di un ticket opportunamente rivedute e rese attuali, riporteranno un po’ più di certezze in un settore costantemente bersagliato e sotto attacco da parte dei gestori della contabilità nazionale. E ora entrano in gioco le parti sociali, Ordini e Collegi professionali, le associazioni di tutela dei cittadini, che saranno convocati in audizione dai parlamentari. Per il momento da parte dei professionisti e degli amministratori c’è cauto ottimismo mentre i sindacati manifestano qualche perplessità.

Sebbene in molti siano consapevoli che problemi di bilancio e di copertura finanziaria possono ostacolare o impedire la garanzia dei Lea, pacati sostegni arrivano dagli organi direttivi della Fnomceo, Federazione degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri.

Attraverso le parole di Guido Marinoni, secondo cui “I nuovi Lea estendono le prestazioni, ne aggiornano altre e ne eliminano di obsolete”, si punta sul carattere innovativo del decreto, in linea con i tempi e i progressi tecnologici della medicina, a patto però che i nuovi Lea “siano adeguatamente finanziati, perché diversamente rischiano di perdere gran parte del loro contenuto che, in caso di non adeguato finanziamento vedrà il diluirsi delle liste d’attesa”.

Critico il giudizio della Cgil, che ha calcolato in 60 milioni il costo dei nuovi ticket ed esprime preoccupazioni “perché ora il cerino passa nelle mani delle Regioni”. E ancora, il sindacato Ugl attraverso la segretaria nazionale Daniela Ballico, ritiene che “debbano essere reperiti almeno altri 2 milioni dalle Regioni in quanto c’è un enorme problema di copertura economica”.

Severo il giudizio del consigliere regionale del Lazio Pino Simeone (FI), che pur non contrastando la filosofia innovatrice con cui sono stati aggiornati i Lea, ritiene si sia “applicato, per definirli ed attuarli, un calcolo esclusivamente ragionieristico e privo di qualsiasi contatto con la realtà”.

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