Direttori generali: D’Urso agli Ifo, Branca allo Spallanzani. Critiche dall’opposizione

d'ursoParere favorevole espresso dalla commissione Politiche sociali e salute del Consiglio regionale del Lazio – presieduta da Rodolfo Lena – alla nomina dei direttori generali degli Ifo, Istituti fisioterapici ospedalieri Regina Elena e San Gallicano e dell’Istituto per le malattie infettive Spallanzani, rispettivamente Antonio D’Urso (nella foto) e Marta Branca.

Il primo lascia il San Camillo per approdare all’Istituto di Mostacciano mentre Branca era commissario di entrambi gli ospedali e resta nel nosocomio di Portuense.  Il dibattito in commissione è stato vivace e il voto è arrivato dopo vari interventi contrari alle nomine. Le opposizioni hanno ripetutamente chiesto chiarimenti sulla nomina di D’Urso. Antonello Aurigemma (FI), Francesco Storace (La Destra) e Pietro Sbardella (Gruppo Misto) hanno messo in dubbio il possesso dei requisiti previsti dal decreto ministeriale 70, che dal 18 settembre disciplina le nomine dei direttori. Secondo Aurigemma, il passaggio di D’Urso agli Ifo è “una cambiale elettorale che Zingaretti deve pagare” ed è stato molto critico il giudizio su questi due anni di gestione del San Camillo da parte del manager.

Davide Barillari (M5s) ha affermato invece che non ci sono elementi per poter giudicare l’operato dell’ex direttore del nosocomio di Monteverde né per capire i motivi della sua nomina agli Ifo. Critico anche Fabio De Lillo (Cuoritaliani), soprattutto “sul silenzio della maggioranza”. Alessio D’Amato, responsabile della Cabina di regia della Sanità regionale, sostiene invece che “D’Urso sarebbe in possesso dei requisiti previsti dal decreto in questione e i risultati nella gestione del San Camillo – sempre secondo D’Amato – sarebbero positivi anche se si poteva fare di più”.

Il nosocomio è in pesante deficit pari a 161 milioni, cresciuto di tre milioni nell’ultimo periodo. Per quanto attiene al passaggio del direttore-medico al polo oncologico di Mostacciano, la Regione  “ha ritenuto che all’Ifo ci fosse bisogno di un profilo professionale più medico che gestionale”. Per quanto riguarda Marta Branca, D’Amato ha spiegato che il programma della Regione prevedeva l’unificazione di Ifo e Spallanzani, ma su questo percorso c’è stata l’opposizione del governo, perché le norme vietano l’unificazione di tre istituti (gli Ifo derivano a loro volta dalla fusione di Regina Elena e San Gallicano). Da qui la scelta di affidare l’istituto per le malattie infettive a Branca. Per quanto attiene a quest’ultima designazione, il consigliere Francesco Storace ha sollevato questioni procedurali, relative alla mancata presenza del presidente Nicola Zingaretti alla votazione.

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